Nato intorno al 330 in Cappadocia, a Cesarea, oggi la città turca di Kaysery, Basilio proveniva da una famiglia dalla profonda spiritualità. Oltre ai genitori anche tre dei suoi nove fratelli sono annoverati tra i santi. Prima di essere vescovo nella sua terra natale, aveva vissuto in Palestina e Egitto. Vi era stato attratto dal richiamo del deserto e della vita monastica. Fu in solitudine che, insieme con Gregorio di Nazianzo conosciuto durante gli studi ad Atene, elaborò la regola per i monaci basiliani, che sarà imitata anche in Occidente. Visse appena 49 anni, ma la sua intensa e profonda attività di predicatore gli valsero il titolo di «Magno». Ricevette l’ordinazione sacerdotale verso il 364 da Eusebio di Cesarea cui successe sulla cattedra vescovile nel 370. Durante il servizio episcopale si impegnò attivamente contro l’eresia ariana. Morì l’1 gennaio 379 a Cesarea dove fu sepolto. Tra le sue opere dottrinali si ricorda soprattutto il celebre trattato teologico sullo Spirito Santo. (santiebeati.it)
Lettura
(2 Timoteo 4,1-8)
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero. Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione.
Vangelo
(Luca 14,26-35)
In quel tempo disse Gesù alle turbe: Se uno viene a me senza disamare suo padre e sua madre, moglie e figli, fratelli e sorelle, e perfino la sua vita, non può essere mio discepolo. Infatti chi di voi, volendo fabbricare una torre, non calcola prima attentamente la spesa necessaria, e se ha da finirla, onde non avvenga che, gettate le fondamenta, non potendo terminarla, tutti quelli che stanno a vedere comincino a farsi beffe di lui, dicendo: ‘Costui ha incominciato a fabbricare e non ha potuto finire?’. Oppure qual re, prima di muovere guerra ad un altro re, non esamina prima con calma se con diecimila possa affrontare l’altro che gli viene contro con ventimila? Altrimenti, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasciata a chiedere di fare la pace. Così pertanto chi di voi non rinuncia a tutto quello che possiede, non può essere mio discepolo. Il sale è buono, ma se diviene scipito, con che cosa gli si darà sapore? Non è buono né per la terra, né per il concime, e lo si butta via. Chi ha orecchi per intendere, intenda.
Meditazione
- E’ bene cantare la gloria del Signore dice l’Introito della Messa.
- Il primo fine della vita è glorificare Dio.
- Ma questa glorificazione non deve solo essere attuata, deve essere anche “cantata”. Ovvero se ne deva parlare, la si deve annunciare.
- L’uomo deve ricordare a se stesso e agli altri che il primato di Dio è una verità da cui non si può prescindere. Ckome ha ben fatto san Basilio.
- In questo consiste il Bene: cioè nel riconoscere come fondamento di tutto Colui che è il vero Bene.
Alla Regina dello Splendore
- Madre, che io possa sempre riconoscere il tuo Divin Figlio come unico fine della mia vita.
- Che solo Lui possa essere la mia vera felicità.
- Madre, se ho Lui, ho tutto.
- Madre, conducimi continuamente al Tuo Divin Figlio.
- Fa che solo Lui sia il centro della mia vita.
- Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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