Sabato delle Quattro Tempora di Autunno

Introito

(Salmo 94,6-7)

Venite, adoriamo Iddio, prostriamoci davanti a Lui, pieghiamo il ginocchio innanzi al Signore, nostro Creatore, poiché Egli è il nostro Dio.

(Salmo 94,1)

Venite, plaudiamo al Signore; acclamiamo a Dio nostro Salvatore.


Lettura 

(Levitico 23,26-32)

Il Signore disse ancora a Mosè: «Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno dell’espiazione; terrete una santa convocazione, vi mortificherete e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. In quel giorno non farete alcun lavoro; poiché è il giorno dell’espiazione, per espiare per voi davanti al Signore, vostro Dio. Ogni persona che non si mortificherà in quel giorno, sarà eliminata dal suo popolo. Ogni persona che farà in quel giorno un qualunque lavoro, io la eliminerò dal suo popolo. Non farete alcun lavoro. È una legge perenne di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete. Sarà per voi un sabato di assoluto riposo e dovrete mortificarvi: il nono giorno del mese, dalla sera alla sera dopo, celebrerete il vostro sabato».


Graduale 

(Salmo 78,9; 78,10)

Perdona i nostri errori, Signore, perché le nazioni non dicano: “Dov’é il loro Dio?”. Aiutaci, o Dio della salvezza, e per la gloria del tuo nome, liberaci, Signore.


Lettura

(Levitico 23,39-43)

Il quindicesimo giorno del settimo mese, quando avrete raccolto i frutti della terra, celebrerete una festa al Signore, per sette giorni; il primo giorno sarà di completo riposo e l’ottavo di completo riposo. Il primo giorno coglierete dagli alberi dei frutti di bell’aspetto, dei rami di palma, rami di mortella e rami di salici di torrente, e vi rallegrerete davanti al Signore Dio vostro, per sette giorni. Celebrerete questa festa in onore del Signore per sette giorni, ogni anno. È una legge perenne, di generazione in generazione. La celebrerete il settimo mese. Abiterete in capanne per sette giorni; tutti quelli che saranno nativi d’Israele abiteranno in capanne, affinché i vostri discendenti sappiano che io feci abitare in capanne i figli d’Israele, quando li feci uscire dal paese d’Egitto. Io sono il Signore, il vostro Dio”».


Graduale 

(Salmo 83,10; 83,9)

Vedi, o Dio, nostro scudo, guarda il volto dei tuoi servi. Signore, Dio degli eserciti, ascolta la preghiera dei tuoi servi.


Lettura

(Michea 7,14; 7,16; 7,18-20)

Pasci il tuo popolo con la tua verga, il gregge della tua eredità che sta solitario nella foresta, in mezzo al Carmelo. Esso pascoli in Basan e in Galaad, come nei giorni antichi. «Come nei giorni in cui uscisti dal paese d’Egitto, io ti farò vedere cose meravigliose». Le nazioni lo vedranno e saranno confuse, nonostante tutta la loro potenza; si metteranno la mano sulla bocca e le loro orecchie saranno assordate. Leccheranno la polvere come il serpente, come gli animali che strisciano sulla terra. Usciranno spaventate dai loro ripari, verranno tremanti al Signore, nostro Dio, e avranno timore di te. Quale Dio è come te, che perdoni l’iniquità e passi sopra alla colpa del resto della tua eredità? Egli non serba la sua ira per sempre, perché si compiace di usare misericordia. Egli tornerà ad avere pietà di noi, metterà sotto i suoi piedi le nostre colpe e getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati. Tu mostrerai la tua fedeltà a Giacobbe, la tua misericordia ad Abramo, come giurasti ai nostri padri, fin dai giorni antichi.


Graduale

(Salmo 89,13; 89,1)

Volgiti, Signore, un momento e prova compassione dei tuoi servi. Tu sei per noi un rifugio, o Signore, di età in età.


Lettura

(Zaccaria 8,14-19)

Così dice il Signore degli eserciti: «Come decisi di affliggervi quando i vostri padri mi provocarono all’ira – dice il Signore degli eserciti – e non mi lasciai commuovere, così invece mi darò premura in questi giorni di fare del bene a Gerusalemme e alla casa di Giuda; non temete. Ecco ciò che voi dovrete fare: parlate con sincerità ciascuno con il suo prossimo; veraci e sereni siano i giudizi che terrete alle porte delle vostre città. Nessuno trami nel cuore il male contro il proprio fratello; non amate il giuramento falso, poiché io detesto tutto questo» – oracolo del Signore -. Mi fu ancora rivolta questa parola del Signore degli eserciti: «Così dice il Signore degli eserciti: Il digiuno del quarto, quinto, settimo e decimo mese si cambierà per la casa di Giuda in gioia, in giubilo e in giorni di festa, purché amiate la verità e la pace».


Graduale 

(Salmo 140,2)

Si diriga, o Signore, la mia preghiera come incenso al tuo volto. Il levarsi delle mie mani come sacrificio della sera.


Lettura 

(Daniele 3,47-51)

La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace. Ma l’angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco e rese l’interno della fornace come un luogo dove soffiasse un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia. Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo: «Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, degno di lode e di gloria nei secoli. Benedetto il tuo nome glorioso e santo, degno di lode e di gloria nei secoli. Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, degno di lode e di gloria nei secoli.


Epistola

(Ebrei 9,2-12)

 Infatti fu preparato un primo tabernacolo, nel quale si trovavano il candeliere, la tavola e i pani della presentazione. Questo si chiamava il luogo santo. Dietro la seconda cortina c’era il tabernacolo, detto il luogo santissimo. Conteneva un incensiere d’oro, l’arca del patto tutta ricoperta d’oro, nella quale c’erano un vaso d’oro contenente la manna, la verga di Aronne, che era fiorita, e le tavole del patto. E sopra l’arca c’erano i cherubini della gloria che coprivano con le ali il propiziatorio. Di queste cose non possiamo parlare ora dettagliatamente. Questa dunque è la disposizione dei locali. I sacerdoti entrano bensì continuamente nel primo tabernacolo per compiervi gli atti del culto; ma nel secondo, non entra che il sommo sacerdote una sola volta all’anno, non senza sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati del popolo. Lo Spirito Santo voleva con questo significare che la via al santuario non era ancora manifestata finché restava ancora in piedi il primo tabernacolo. Questo è una figura per il tempo presente. I doni e i sacrifici offerti secondo quel sistema non possono, quanto alla coscienza, rendere perfetto colui che offre il culto, perché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo di una loro riforma. Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d’uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna.


Graduale

(Salmo 116,1-2)

Popoli tutti, lodate il Signore, esaltatelo, o genti! E’ forte il suo amore per noi, la verità del Signore è per sempre.


Vangelo

(Luca 13,6-17)

Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai». Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C’era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità» e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato». Il Signore replicò: «Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott’anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.


Meditazione

1.Le scansioni del tempo sono importanti: c’è un tempo per ridere e c’è un tempo per piangere, c’è un tempo per lavorare e c’è un tempo per riposarsi…ma tutto deve essere all’insegna della glorificazione di Dio e del compimento del Bene. Ecco perché giustamente il Signore chiama “ipocriti” quei farisei che si erano scandalizzati perché Gesù, pur in giorno di Sabato, aveva guarito una povera inferma attanagliata dal demonio. Li chiama “ipocriti”, i quali, sotto la parvenza di una falsa religiosità, avevano posto la scansione del tempo al di sopra del compimento del Bene.

2.Invece è il Bene che deve sovraintendere tutto. Deve sovraintendere il lavoro e il riposo, il ridere e il piangere. Tutto.


Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu da sempre hai dedicato tutto il tuo tempo a Dio. Non avendoti nemmeno per un attimo sfiorata il peccato, sei sempre stata accanto a Lui e in Lui. Ti chiedo di aiutarmi affinché ogni cosa che faccia sia sempre per gloria del tuo Divin Figlio e in conformità al suo volere. Madre, guidami nel cammino della vita.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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