Papa Francesco ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui ha detto: “Si vuole bloccare quel processo così importante che dà vita ai popoli e che è il meticciato. Mescolare ti fa crescere, ti dà nuova vita. Sviluppa incroci, mutazioni e conferisce originalità. (…). Il meticciato è quello che abbiamo sperimentato, ad esempio, in America Latina. Da noi c’è tutto: lo spagnolo e l’indio, il missionario e il conquistatore, la stirpe spagnola e il meticciato. (…) costruire muri significa condannarsi a morte. Non possiamo vivere asfissiati da una cultura da sala operatoria, asettica e non microbica. (…).”
Duole dirlo, ma in queste parole (dove ovviamente non viene minimamente toccata qualsiasi infallibilità pontificia), la chiara intenzione di colpire l’egoismo individualista si traduce nel suo perfetto contrario, ovvero in una sorta di “consacrazione” del cosmopolitismo più spinto.
Prima di tutto è bene ricordare che l’idea cosmopolita non si sviluppò a caso nella cultura illuminista, questo almeno per due fattori.
Il primo fu pratico e di carattere meramente economico. Un mondo senza confini, è un mondo senza dogane, e un mondo senza dogane è un mondo in cui i commerci sono liberi di concentrarsi nelle mani di pochi che ne pretendono di guidare le sorti.
Ma c’è anche un altro fattore, che è più puramente filosofico ed antropologico, e cioè che nell’idea cosmopolita si cela il “sogno” tipicamente moderno della dissoluzione del “limite”.
Non banalizziamo affatto, convinti come siamo che se ci si serve di un’adeguiata bussola la realtà è più semplice di quanto si possa immaginare (altra cosa è ovviamente cadere nel semplicismo!). Pertanto affermiamo che la porta della propria casa, le mura della propria città e i confini del proprio Stato sono la concretizzazione chiara di una verità antropologica innegabile: la verità del limite, la verità secondo cui non tutto si può fare, non tutto è possibile; e anche ciò che è possibile, non sempre è giusto fare.
Ma non solo questo. La porta di casa, le mura e i confini sono il segno di un “riconoscimento”, cioè il segno dell’appartenenza ad un destino che non è un optional che possa dissolversi secondo la volubilità del momento, bensì qualcosa che lega alla storia e alla serietà del tempo, che lega alla terra dei propri padri (la patria).
E qui si palesa, a nostro parere, un’evidente contraddizione. Da un parte il magistero pontificio degli ultimi tempi sta spingendo verso una valorizzazione sempre più acritica di tutte le culture, anche quelle tribali (vedi il Sinodo sull’Amazzonia); dall’altra condanna senza appello qualsiasi spinta di difesa e salvaguardia della propria identità culturale e territoriale.
In realtà si tratta solo -temiamo- di un’apparente contraddizione. Anzi, le due cose si amalgamano bene in una certa prospettiva. La spinta centripeta di valorizzazione indiscriminata di ogni cultura si sposa con quella centrifuga di dissolvimento delle identità. Si tratta del “sogno” di amalgamare tutti gli ingredienti che si hanno a disposizione (solvere) per “cucinare” qualcosa di totalmente nuovo (coagulare): un mondo nuovo.
Anche su questo, non la Chiesa-Chiesa, ma la Chiesa di oggi si sta “accocciando” pericolosamente a ciò che il Mondo vuole.
Ci rammarica dir così, ma non possiamo stare in silenzio.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
il Cammino dei Tre Sentieri
Parole che sono pugnalate al cuore ed all’intelligenza. Nulla di nuovo sotto il sole, sono anni che si demonizzano i confini, il limes, i muri. Le preghiere a papa Francesco perchè si ravveda non mancano, ma è oggettivamente sconfortante dover leggere e sentire questo. Come “profetizzato” dall’allora cardinale Ratzinger, rimarrà un piccolo gregge, ed è palese. La Chiesa (nella sua accezione umana ovviamente) è tutta pappa e ciccia con chi sta spingendo ad una velocità smisurata per l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale. Come sempre, armiamoci spiritualmente (e non è facile entrare nell’arena, come diceva sant’Ignazio, lo dico a me stesso per primo) perchè siamo e saremo assediati da nemici da ogni parte.
D’ACCORDO D’ACCORDO D’ACCORDO CON L’ARTICOLO E IL COMMENTO, OTTIMO, DI ANDREA D.G.
GRAZIE!!!!
Sono d’accordo. Trovo sempre nei vostri articoli uno spirito cattolico autentico: rispettoso ma critico quando è indispensabile.
Preghiamo con fervore per il Papa e per tutti i cristiani
Sono d’accordo col commento di Andrea. Quando la Chiesa pensa alle cose di quaggiù più che a quelle di lassù, non è più Chiesa, ma ONG