Perché gli Apostoli, per sostituire Giuda Iscariota, utilizzarono la sorte?

1.Verrebbe da chiedere: è possibile che gli Apostoli, rimasti in undici per il tradimento e la morte di Giuda Iscariota, abbiano deciso di sostituire il mancante tirando a sorte per scegliere tra Barsabba e Mattia? (Atti 1,26). La domanda è più legittima perché la Chiesa ha sempre sconsigliato o perfino proibito atti in cui fosse esclusa una scelta meditata.

2.La risposta sta nel fatto che nel caso della sostituzione di Giuda i due candidati apparivano entrambi meritevoli. Insomma non dovevano esserci elementi che, anche se di poco, ad una valutazione razionale avrebbero fatto propendere la scelta a favore di uno dei due. Se infatti questo ci fosse stato, si sarebbe dovuta seguire tale evidenza.

3.Nel caso in cui si dovesse scegliere tra due possibilità che sono entrambe moralmente buone e per cui -come si è detto- non ci sono evidenze chiare né a favore dell’una né a favore dell’altra, allora sarebbe del tutto lecito chiedere un intervento di Dio affinché possa dare un segno chiaro.

4.Si tratterebbe nel qual caso dell’applicazione di una convinzione autenticamente cattolica secondo cui Dio non è lontano dalle faccende dell’uomo, bensì vuole essere invocato e così entrare quanto più possibile nelle vite di ognuno. Poi, nel caso dell’apostolo Mattia, si trattava della sua Chiesa, che è amata da Dio più dell’universo intero.


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