Perché il vero filosofo deve riconoscere, desiderare e amare Dio?

1.Il vero filosofo non può che riconoscere Dio, perché la filosofia presuppone il fondamento e ricerca il fondamento. Quando si parla di fondamento s’intende ciò che metafisicamente viene definito l’essere in quanto essere, ovvero la Verità, la ragione di tutto ciò che esiste, il senso ultimo della realtà. Tutto questo non è altro che Dio. Da qui la necessità per il vero filosofo, e quindi per la vera filosofia, di riconoscere Dio.

2.Ma non solo riconoscere Dio, anche desiderarlo. Infatti l’indagine filosofica non si limita a ricercare il Vero. Non si tratta di una pura e meccanica ricerca quasi come fosse qualcosa di spontaneo ed inconsapevole, bensì di una ricerca che nasce da un anelito, cioè da un desiderio. Potremmo “platonicamente” dire da un’inequivocabile “nostalgia”.

3.Ma anche il termine “desiderio” o il verbo “desiderare” possono essere insufficienti. Il vero filosofo non solo deve riconoscere, non solo deve desiderare,  ma anche amare Dio. Il desiderio è tale infatti quando è spinto da un’attrazione che invoca l’abbraccio. Scrive sant’Agostino: “Se la sapienza è Dio, e tutto è stato fatto per mezzo di lui, come hanno dimostrato l’autorità divina e la verità, vero filosofo è chi ama Dio.” (De Civitate Dei, VIII, 1).


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