Perché solo Dio può dare valore ad ogni cosa?

1.Georges Bernanos (1888-1948) nel suo Diario di un curato di campagna così fa dire al suo protagonista: “Mi dicevo dunque che il mondo è divorato dalla noia. Naturalmente, occorre riflettervi un po’ per rendersene conto, non ce se accorge subito. E’ una specie di polvere. Andate e venite senza vederla, la mangiate, la bevete: è così sottile, così tenue, che non scricchiola neanche sotto i denti“.

2.Cosa può sconfiggere la noia? Solo la scoperta di una novità. La novità vera la può conferire solo la pienezza dell’essere, che è di per sé inesauribile. Tutto è destinato alla fine. Tutto è destinato a terminare dinanzi alle nostre capacità conoscitive. Solo ciò che è inesauribile e ciò che è eterno può sfuggire a questa inesorabilità. Dunque, solo Dio.

3.Ma Dio lo si potrà avere in pienezza con la visione beatifica, in proporzione al lumen gloriae che si sarà meritato in vita. Dunque, ciò significa che qui sulla terra tutto è destinato a generare noia? Certamente la realtà creaturale in sé non può che essere destinata ad un inevitabile svuotamento. Ma se questa realtà creaturale la si riempie di eterno, cioè la si orienta a Dio, allora può partecipare alla inesauribilità e quindi alla pienezza dell’essere. Insomma, solo Dio può dare valore ad ogni cosa. Nell’Orazione della liturgia della Terza Domenica di Pentecoste, la Chiesa fa recitare: “Protettore di quanti sperano in Te, senza il quale nulla ha valore“.

4.Ed ecco perché anche chi dovesse erroneamente scegliere l’agnosticismo, si vota ad una malinconica insoddisfazione. La poetessa Patrizia Cavalli (1947-2022) scrive questi versi molto “veri”: “Che tu ci sia o non ci sia, / ormai è la stessa cosa, / comunque sia, ho nostalgia“.


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