Secondo la Verità Cattolica che giudizio dare alla filosofia di Hegel?

1.Hegel cerca di cogliere il meglio di ciò che avevano detto Fichte e Schelling. Fichte aveva visto giusto nell’affermare che la verità è nel Pensiero e che questo Pensiero trova se stesso nel contrapporsi a ciò che Pensiero non è. Ma per Hegel la convinzione di Fichte è  manchevole perché non riconosce che anche la materia (cioè la natura) è un prodotto dello Spirito. Schelling, invece, ha bene intuito che tra Spirito e Natura c’è un legame, ma poi ha finito con il fonderli troppo non riconoscendo la dovuta distinzione. Da qui la celebre espressione hegeliana secondo il pensiero di Schelling sarebbe…una notte oscura in cui tutte le vacche sono nere. 

2.Hegel allora afferma che tutto è Pensiero. Questo Pensiero è però unione di Spirito e Natura e tale unione non si manifesta staticamente, bensì si realizza dialetticamente nella Storia, cioè non in maniera lineare e incontrovertibile, bensì attraverso lo scontro tra Pensiero e Natura, tra positivo e negativo, risolvendosi in una sintesi preceduta dallo scontro tra tesi e antitesi.

3.Se tutto è manifestazione dell’Assoluto, vuol dire che tutto è positivo e che quindi tutto è razionale. E’ il panlogismo: tutto ciò che è reale, è razionale; e tutto ciò è razionale, è reale.

4.Ma se tutto è razionale, allora tutto è anche giusto. Da qui una sorta di giustificazionismo storico. Ogni cosa che avviene nella Storia, piaccia o non piaccia, sarebbe giusta. Si racconta che quando Hegel fu testimone dell’entrata trionfante di Napoleone a Jena, avrebbe detto: “Oggi ho visto lo Spirito di Dio passeggiare a cavallo per le strade di Jena“. Come dire…non importa sapere se sia stato un bene o sia stato un male che Napoleone vincesse, se ha vinto, significa che è stato giusto che ciò avvenisse. Ovviamente si tratta di un errore pericolosissimo che conduce al relativismo storico e culturale.

5.Dovendo dare una spiegazione unitaria della realtà nell’unione a sua volta di Spirito e Natura, Hegel distingue ma anche lega consequenzialmente la Filosofia della Natura con la Filosofia dello Spirito. E’ un processo di auto-comprensione e di sviluppo positivo. Tale confusione da origine ad un’impostazione monistica che tende a negare la sostanza dei singoli enti.

6.La Filosofia della Natura è l’idea (concetto puro) che si aliena nella natura, cioè si oggettiva in forme materiali. La Natura è una necessaria estraniazione dello Spirito, ma ancora imperfetta, perché ancora non autocosciente. Insomma, spazio, tempo, vita sarebbero stadi dello sviluppo dell’Idea nella Natura. 

7.La Filosofia dello Spirito fa prendere coscienza all’Idea e ciò avverrebbe attraverso vari livelli:

  • Spirito soggettivo: coscienza individuale (coscienza, autocoscienza, ragione)
  • Spirito oggettivo: etica (diritto, moralità, eticità)
  • Spirito assoluto: manifestazioni supreme dello Spirito (arte,religione, filosofia)

8.Per Hegel è lo Stato che deve farsi espressione della piena autocoscienza dello Spirito, in quanto realizzazione concreta della libertà, e non un semplice contratto sociale. Tale punto è stato poi ripreso da molte teorizzazioni che hanno promosso il totalitarismo politico.


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