1.Nel calcio ci sono gesti esteticamente bellissimi. Tra questi la rovesciata. Essa può servire per diverse cose: alle volte anche per segnare. Ed è su questo tipo di rovesciata che vogliamo dire qualcosa.
2.Ebbene, anche in un gesto atletico del genere si può intravvedere qualcosa di significativo. Lo sport è sempre metafora della vita, è -ci permettiamo di dire- ancora di più lo sono gli sport che sono più praticati e seguiti. E più ancora quello sport, che -strano a dirsi- pur non essendo il più praticato, è indiscutibilmente il più seguito al mondo, come è appunto il calcio.
3.Ma torniamo alla rovesciata. Questa è un gesto atletico innaturale. Non è una corsa. Non è un salto. Non è un lancio di qualcosa, per esempio: di un sasso, di una lancia, di un peso. La rovesciata è un alzarsi in aria per cadere di spalla. E’ un alzarsi per colpire qualcosa che non è dinanzi, ma che arriva di spalle e che si intuisce a malapena che sta arrivando, ma senza esserne certi. La rovesciata è il gesto che si sceglie quando sembra che ormai non ci sia più alcuna speranza di fare gol. Il pallone non può essere colpito nel verso giusto, secondo il movimento giusto e per dargli la direzione giusta. La rovesciata la si fa quando ormai -anche inconsapevolmente- si è rinunciato ad essere dell’attacco (la porta la si ha di spalle). Ma, malgrado questo, la speranza di fare gol non è svanita del tutto, tant’é che si prova il tutto-per-tutto. Ci si alza da terra con il rischio di farsi male, s’intravede a malapena che il pallone sta arrivando al punto giusto e zac!… si colpisce. Non c’è la certezza di prendere bene il pallone, figuriamoci di centrare la porta e poi, una volta centrata, di superare il portiere, ma lo si fa. Quando si ha il coraggio di farlo, lo si fa. E alla volte si viene premiati.
4.Ecco il senso di tutto e la dimensione simbolica: quando si ha il coraggio di farlo! Sì, il coraggio…perché ci si può far male, ma anche perché si può fare una pessima figura ciccando il pallone o mandandolo al sesto piano della palazzina dietro la curva. Insomma, è come quando nella vita tutto va male. Quando tutto costringe a ripiegare, indietreggiare, arretrare, mandare tutto a “quel paese”, ma poi interviene qualcosa (una grazia attuale) che spinge ad un atto coraggioso, un atto che chi è a fianco non capisce (non lo capiscono né i difensori né gli altri attaccanti). Ed è proprio questo atto incomprensibile diventa la causa di un trionfo. Si pensava che tutto forse perso, che nulla potesse intervenire per aiutare a risolvere una prova; e invece irrompe la luce. Ma occorre il coraggio di corrispondere a questa luce. facendo anche ciò che, a detta del mondo, è la cosa più incomprensibile. I difensori che sono a fianco mai immaginerebbero che l’attaccante stia per fare qualcosa d’imprevedibile. Ma lui lo fa e sorprende tutti, perché c’è un dono a cui corrispondere.
5.Proprio ciò che avviene nella vita spirituale. L’aurora arriva quando la notte è più buia. Così, chi confida sa che anche nei momenti più difficili, il Signore è sempre al proprio fianco; anzi è addirittura ancora di più vicino. E se arriva il “pallone” della grazia, bisogna far di tutto per fare il gol della vita. Anche fare il gesto più inaudito…come una rovesciata.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

Buongiorno Professore,
ho letto il bellissimo articolo riguardo “la rovesciata”. Quando mi capiterà di essere in mezzo a tempi bui penserò più spesso a questa prodezza sportiva: un corrispondere alla grazia di Dio quando nulla di immanente può risolvere la “partita”. Grazie infinite, prego per lei e il suo preziosissimo apostolato.
Fraterni saluti.
Luca.