San Paolo della Croce, confessore (1694-1775)

Nato ad Ovada nel 1694, san Paolo della Croce ebbe, fin dalla giovinezza, un amore ardente per la Passione del Salvatore. Dopo aver vissuto qualche tempo come eremita, fondò a Roma l’Ordine dei Passionisti, consacrati alla predicazione dei misteri della Croce. Tutta la sua vita fu votata alla mortificazione e alla sofferenza. Morì a Roma il 18 ottobre 1775. 


Introito

(Galati 2,19-20) 

Con Cristo sono crocifisso, e non più io vivo, ma Cristo vive in me; vivo nella fede al Figlio di Dio che mi amò e diede se stesso per me.

(Salmo 40,2)

Beato chi pensa al misero e al povero: nel giorno della sventura lo libererà il Signore.


Epistola 

(I Corinti 1,17-25) 

Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della Croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti. Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.


Vangelo

(Luca 10,1-9)

Dopo questi fatti, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio”.


Meditazione

1...annullerò l’intelligenza degli intelligenti…riporta san Paolo nell’Epistola. Certo, di per sé il termine intelligenza ha un’accezione positiva e nulla ha a che fare con la sua deformazione che è l’intellettualismo. E’ evidente che qui l’espressione fa riferimento proprio alla deformazione dell’intelligenza.

2.L’intellettualismo non sa cogliere la verità perché crede che essa debba sempre rientrare in schemi precostituiti. La Croce, per esempio, non può essere accettata perché non si può coniugare la gioia con la sofferenza. Ma lo schema salta se s’introduce l’amore come chiave di tutto. Con l’amore si capisce come Dio abbia scelto questa strada per sé e per noi.


Alla Regina dello Splendore

Madre, aiutami ad essere intelligente e a non cadere nell’intellettualismo. Aiutami a capire che tutto deve essere letto non attraverso i parametri del proprio utile, ma solo attraverso quelli dell’amore. Dell’amore alla Croce del Tuo Divin Figlio. Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.


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