Messa del giorno con meditazione – San Timoteo, vescovo e martire (I secolo)

Il Santo

Alla vigilia della festa della conversione di san Paolo, la Chiesa ha posto la festa di san Timoteo, fedele compagno dei suoi viaggi apostolici. L’Epistola della Messa ci presenta un brano di una delle due mirabili lettere che, verso la fine della sua vita, san Paolo scrisse al discepolo per indicargli i suoi doveri di vescovo. 


Introito

(Ecclesiastico 45,30)

Il Signore ha stabilito con lui un’alleanza di pace e ne ha fatto un principe; e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale.

(Salmo 131,1)

Ricordati, Signore, di Davide e di tutta la pietà sua.


Epistola

(Timoteo 6,11-16)

Carissimo, persegui giustizia, pietà, fede, carità, pazienza, dolcezza. Combatti il buon combattimento della fede, conquista l’eterna vita alla quale fosti chiamato e per la quale facesti, in presenza di molti testimoni, la tua bella confessione di fede. Ti ordino, davanti a Dio che dà vita a tutto e a Cristo Gesù che innanzi a Ponzio Pilato testimoniò quella bella professione: custodisci il tuo mandato immacolato, irreprensibile, fino all’epifania del Signore nostro Gesù Cristo, che, a suo tempo, Egli farà rifulgere: Lui il beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, l’unico immortale, che abita in una luce inaccessibile, che nessuno degli uomini vide né può vedere. A Lui onore e potenza eterna. Amen!


Graduale

(Salmo 88,21-23)

Ho trovato Davide, mio servo; l’ho unto col mio sacro olio; sicché sia sempre con lui la mia mano, e il mio braccio gli dia forza. Il nemico non lo soverchierà, né il figlio dell’iniquità gli potrà nuocere. Alleluia, alleluia.


Vangelo

(Luca 16,26-33)

In quel tempo, Gesù disse alle turbe: “Se uno viene a Me e non Mi preferisce a suo padre, alla madre, alla moglie, ai figli, ai fratelli, alle sorelle e alla sua stessa vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la sua croce e Mi segue non può essere mio discepolo. Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa, se ha tanto da portarla a compimento? Affinché, posta le fondamenta e non potendo finire, tutti quelli che guardano non si mettano a farsi beffa di lui, dicendo: ‘Quest’uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto finire!’. O qual re, mettendosi in marcia contro un altro re per battersi in guerra, non si siede dapprima per esaminare se è capace, con diecimila uomini, di far fronte a chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda una ambasceria per domandargli le condizioni di pace. Così, dunque, chiunque di voi non rinunzia a tutte le sue sostanze, non può essere mio discepolo.


Meditazione

  1. San Paolo dice al suo fedele compagno Timoteo di conservare immacolato il suo mandato.
  2. Chiediamoci: perché ognuno di noi deve conservare immacolata la propria vocazione?
  3. Prima di tutto diciamo che la nostra singola vocazione è “tagliata” da Dio proprio su di noi e, qualora volessimo sfilarci e dire di “no”, quel posto che Dio ha riservato a noi non potrebbe essere preso da nessun altro.
  4. Seconda cosa: la vocazione non ce la costruiamo noi, la riceviamo. Pertanto, va accettata, va amata e va adempiuta.
  5. Quindi, conservare immacolato il proprio mandato, vuol dire adempiere a ciò che il Signore vuole da noi tenendo presente la nostra responsabilità nel rispondere (nessuno potrà prendere il nostro posto) e vuol dire anche che non siamo noi a decidere cosa fare, bensì Dio, che è il vero ed unico Signore della nostra vita.

Alla Regina dello Splendore

  1. Madre, prendimi per mano e conducimi verso il pieno adempimento della mia vocazione datami dal tuo Divin Figlio.
  2. Strattonami qualora fossi impreciso e corressi il rischio di non adempierla esattamente.
  3. Regina dello Splendore, guida il cammino della mia vita.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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