di Pierfrancesco Nardini per il C3S
Nel parlare con le persone o nell’osservarle si possono notare atteggiamenti o sentire parole che, almeno in foro esterno, mettono in risalto pensieri non ortodossi sulla fede e su Dio.
Il C3S spiega da tempo come questi siano i frutti della crisi nella Chiesa e della fede: in estrema sintesi la deriva eterodossa ha portato i fedeli a non conoscere i Comandamenti e il Catechismo.
Un’evidente conseguenza, tra le tante, è un modo di intendere il rapporto con Dio quasi come tra pari, di certo non come Creatore/creatura.
Si esige da Lui (clicca qui), si pretende di aprire un contraddittorio con Lui (clicca qui). Addirittura Lo si irride…
Sì, avete letto bene. C’è chi Lo irride.
Come? Con un atteggiamento stigmatizzabile anche nei rapporti tra gli uomini, figuriamoci con Dio: mentendo.
Alcuni esempi, e potrebbero essere tanti.
C’è chi entra in confessionale e non dice le cose come stanno per avere l’assoluzione. Ci sono altri che confermano al sacerdote di volere figli dal Matrimonio, ma non è la verità e così vanno all’altare mentendo. Ci sono quelli/quelle che tradiscono puntualmente il coniuge continuando a dire di amarlo e di essere fedeli.
Perché si irride Dio con questi atteggiamenti? Perché di fondo, diciamola “dura e cruda”, si pensa di poterLo prendere in giro. Di essere furbi e poter bypassare le Sue leggi.
È chiaro che, salvo casi estremi, non lo si fa in modo deliberato (non si pensa “ora Lo prendo in giro”), ma in modo assolutamente automatico, come conseguenza estrema delle suddette convinzioni.
Sembra proprio, infatti, che sempre più persone pensino che la Legge divina non sia vincolante o che tanto Dio è misericordioso o che alcune azioni (soprattutto legate alla carne e alla sensualità) non siano peccati, almeno non gravi.
Soprattutto, il suddetto atteggiamento è sintomo di un pensiero di Dio lontano dal mondo, che non guarda gli uomini o non li calcola (e quindi non attento a cosa è vero e cosa no). Un Dio non onnipresente e men che meno onnisciente.
Ad un conoscente che aveva manifestato, ahinoi, una di queste situazioni, è venuto spontaneo rispondere con Benedetto XIV: “ricordate inoltre che il futuro giudice sarà Colui agli occhi del quale tutte le cose sono nude e aperte” (Ubi primum, 3 dicembre 1740).
“Tutte le cose sono nude e aperte” agli occhi di Dio.
Ecco come incide la crisi della fede con cui si è aperta questa riflessione: nell’ignorare che Dio “non lo si può fare fesso”. Non conoscendo la propria fede non si conosce che “Dio sa tutto, anche i nostri pensieri: Egli é l’Onnisciente” (n. 9 Catechismo di San Pio X).
Così c’è chi pensa di poter far finta, di poter ingannare Dio.
L’onniscienza di Dio non si limita alle azioni, alle cose materiali, ma è assoluta.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

Be the first to comment on "Se non si conosce la Dottrina autentica, si finisce con l’irridere Dio"