Bontà e benignità sono la stessa cosa?

1.Il cristiano è tenuto ad essere buono. Cioè a conformarsi quanto più possibile alla Bontà di Dio, la quale, essendo infinita, non è mai pienamente raggiungibile. La bontà si esplica nel fare opere buone, nel praticare la virtù della carità, prima verso Dio e poi, attraverso Dio, al prossimo.

2.Si può, però, fare il bene anche in maniera non benigna. Nel senso che si possono compiere atti buoni con un animo un po’ rude, spigoloso, forse perfino astioso. Ecco dunque che la bontà deve esplicarsi con la benignità, che è invece quell’atteggiamento costante (non deve essere occasionale, ma costante e verso tutti) di benevolenza, di delicatezza e di affabilità verso il prossimo.

3.A riguardo si può utilizzare questo esempio: la bontà è come un fiore, ma dal fiore deve scaturire il profumo che maggiormente tocca i sensi di chi lo osserva. La benignità è il “profumo” della bontà!


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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