Rispondere a questa domanda non è certo facile; ma ovviamente possibile. Si deve considerare che la verità è sempre minacciata dagli estremi. L’errore non va solo verso una direzione, ma sempre verso diverse direzioni; il suo interesse è che spinga a fare allontanare quanto più possibile dalla verità. Veniamo al dunque.
Certamente l’umiltà è una virtù importantissima; anzi, possiamo e dobbiamo dire che è la virtù più importante. Non più grande, perché la più grande è la Carità, ma è certamente quella più importante. Più importante, perché se non c’è, le altre virtù non possono essere coltivate. Vi è un bell’esempio che dice che l’umiltà è come un filo di una collana di perle. Le perle hanno un valore molto alto, il filo invece vale molto poco, ma se il filo non ci fosse, le perle non potrebbero rimanere unite e quindi non potrebbero formare la collana.
Le perle sono le varie virtù; il filo, l’umiltà. Detto ciò, non ci si deve però confondere. Il Cristianesimo non è una religione gnostica, come per esempio quelle orientali: induismo, buddismo, ecc… Nel cristianesimo l’individualità è importante. Ognuno di noi è stato voluto e creato da Dio come individuo; e tale rimarrà per l’eternità. Indipendentemente dall’esito, inferno o paradiso, sempre individui si rimarrà. Dunque, ogni cristiano deve amare se stesso. San Bernardo di Chiaravalle (siamo ai vertici della mistica medioevale) dice che il primo gradino per ascendere a Dio è l’amore di se stessi; e nell’ultimo gradino continua ad indicare questo amore, ma precisa: bisogna amare se stessi non più per se stessi bensì per Dio.
Venendo al dunque, non si possono non riconoscere i talenti donati dal Signore. Piuttosto tale riconoscimento deve servire ad alimentare ancora di più l’umiltà, nel senso che si deve essere pienamente consapevoli che tutto viene da Dio e quindi continuamente ringraziarlo. Bisogna essere consapevoli che l’unico merito sta nel corrispondere liberamente a questi talenti e trafficarli adeguatamente; ma sempre nella convinzione che tutto ciò che si fa non solo è possibile grazie alla forza che Dio dona, ma anche che non si è necessari per Dio. E’ il sentirsi doverosamente “servi inutili” secondo ciò che afferma il Vangelo (Luca 17).
Per concludere, l’umiltà non deve servire per annullare se stessi o cadere in una falsa, quanto ipocrita, modestia, bensì per ricondurre tutto a Dio e ringraziarlo per ciò che dona, tanto con la sua santa volontà quanto con la sua santa permissione.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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