L’utilità di abbracciare volontariamente le croci

Così scrive padre Royo Marin:

Non c’è nulla che fortifichi tanto contro il freddo quanto abituarsi a vivere nelle intemperie. Colui che abbraccia volontariamente il dolore finisce col non tremare davanti ad esso e persino col trovarci un vero gusto. Non si tratta di disciplinarsi o di praticare  praticare le grandi macerazioni dei santi; l’anima non si trova ancora preparata a ciò. Ma possiamo con l’aiuto della grazia e lo sforzo nostro osservare il silenzio quando si ha voglia di parlare; non lamentarci dell’inclemenza del tempo, della qualità del cibo, della povertà del vestito; recitare le orazioni vocali con raccoglimento e attenzione; mostrarci affettuosi e servizievoli con le persone antipatiche; ricevere con umiltà e pazienza le burle, le riprensioni, le contraddizioni e forse i castighi che non abbiamo meritato. Non occorre essere coraggiosi per praticare queste cose, essendo possibili anche alla nostra debolezza. santa Teresina si rallegrava di sentirsi tanto debole e priva di forze, perché così poteva riporre la sua fiducia solamente in Dio e sperare tutto da lui. (Teologia della perfezione cristiana, n.336)

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1 Comment on "L’utilità di abbracciare volontariamente le croci"

  1. Carla D'Agostino Ungaretti | 28 Agosto 2023 at 18:44 | Rispondi

    Ho sempre pensato che il primo manuale di buona educazione sia proprio il Cristianesimo. Il vero cristiano non sarà mai maleducato.

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