1.Dalle fonti più autorevoli per conoscere il pensiero di Socrate si evince che egli fosse convinto che l’uomo raggiunga la sua realizzazione quando l’anima si libera dal peso del corpo. E’ evidente che qui ci sono chiare caratteristiche gnostiche legate alla negativizzazione del corpo, caratteristiche che influirono non poco nella Grecia antica. Va precisato che non si sa bene se Socrate abbia esplicitamente creduto in una vita dopo la morte, ma è interessante sapere che egli afferma comunque che l’uomo possa davvero raggiungere la sua piena liberazione “liberandosi” dal corpo. Socrate alimenta questa sua convinzione su un’altra convinzione interessante. Ovvero che l’essenza dell’uomo è spirituale, d’altronde egli viene definito come il vero scopritore della psyché.
2.Ma torniamo alla questione della vita ultraterrena. Il fatto che Socrate vi credesse non è un’originalità per i suoi tempi. Ciò che è originale per i suoi tempi è il suo pensare alla vita dopo la morte come possibilità di aumentare la propria felicità. L’aldilà della Grecia antica era un luogo concepito come “riduzione” della vita terrena, un luogo di malinconia e di nostalgia, basti pensare a qualche passaggio dell’Odissea e dell’Eneide. Quando poi si pensava all’aldilà come qualcosa di buono, lo si faceva in senso gnostico, cioè pensandolo come un luogo in cui non ci sarebbe stata più la sopravvivenza individuale. Ebbene, Socrate non solo parla di felicità ultraterrena, ma parla anche di sopravvivenza individuale felice, tanto è vero che ne parlava come premio per il sapersi sacrificare in vita.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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