1.Nel Libro Primo de L’imitazione di Cristo, al capitolo terzo, è scritto: Quanto uno più si raccoglierà in se stesso e si farà interiormente semplice, tanto più elevate e sublimi cose intenderà senza fatica, perché riceverà dal cielo la luce dell’intelligenza.
2.A differenza di tante sciocchezze che si dicono, il medioevo, ovvero i secoli della civiltà cristiana, è stata l’epoca in cui maggiormente si esaltata il concetto di “luce”. Tutto era imperniato su questo concetto. D’altronde, come abbiamo avuto modo di dire più volte, la luce è il simbolo più preciso che si può utilizzare per significare Dio. La luce fa conoscere e nello stesso riscalda. Dio, infatti, è intelletto e volontà. Dio è sapienza infinita ed amore infinito. E così, nel medioevo s’insisteva molto, facendo tesoro del grande insegnamento di sant’Agostino, che, per conoscere, l’intelligenza debba essere illuminata dalla luce di Dio. Questo per far capire come la conoscenza non solo è un dono, ma anche che essa non può essere fine a se stessa, bensì deve servire perché la conoscenza stessa diventi sapienza.
3.Ma allora -verrebbe da chiedersi- la dinamica della conoscenza è solo passiva? Essa non è un atto libero? L’uomo non dà anche un suo contributo? Certamente. Lo spiega L’imitazione di Cristo: all’uomo spetta farsi “semplice”!
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

Buona sera professore mi scusi sempre per il fuori tema ma è per me importante sapere secondo la chiesa se ottime persone cattoliche incrociate nella mia vita si salvano lo stesso pur appartenendo alla chiesa conciliare. Ovviamente io prego per loro sempre.La ringrazio come sempre. Di nuovo. A risentirci.
Ma secondo lei “Dio” (e lo metto tra virgolette perché quel Dio antropomorfo che lei verosimilmente immagina è costruzione dell’uomo) guarda al colore della maglietta che indossiamo o alle buone opere che facciamo? Ma l’ha mai letto il Vangelo?