BORRACCIA n.93

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


 Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi ogni tanto. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione, che si sorseggia ogni tanto. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

“O profondità della ricchezza, della sapienza, della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili le sue vie!”
(Romani 11, 33)

I SORSI

1

Cari pellegrini, il cammino ci ha messo una fame da lupi. Ne abbiamo fatta di strada e ne abbiamo consumato di calorie. E adesso la pancia reclama. Ci fermiamo ad un ristorante. Le credenziali sono ottime. Ci hanno detto che cucinano benissimo. Ci sediamo, non vediamo l’ora di mettere qualcosa sotto i denti. Ma ad un tratto uno della compagnia dice: “Prima di ordinare, ci dobbiamo far dire per filo e per segno i singoli ingredienti delle varie pietanze, con relativa quantità e proprietà…” Ovviamente costui, di cui ci viene giustamente il sospetto che il lungo cammino possa avergli obnubilato il cervello, è immediatamente silenziato e fatto sedere, forse anche con modi tutt’altro che eleganti.

2

Sant’Agostino d’Ippona (354-430) diceva che è da stolti scrutare i disegni di Dio. Affermazione verissima, ma che fa capire che non solo lo stesso Santo aveva cercato di farlo (altrimenti non sarebbe arrivato a questa giusta conclusione), ma anche quanto sia connaturato nell’uomo il desiderio di rispondere ad alcune questioni fondamentali.

3

Le parole di sant’Agostino centrano il problema. Come può l’uomo, essere finito, scrutare i progetti di Dio, essere infinito? Tra il finito e l’infinito vi è uno scarto che è altrettanto infinito.

4

Allora cosa resta da fare all’uomo? Rassegnarsi? Farsi prendere da chissà quale pensiero angosciante? Assolutamente no.

5

Le parole che fanno da acqua di questa borraccia dicono che i disegni di Dio sono imperscrutabili, ma parlano della sapienza divina come di una “ricchezza”: “O profondità della ricchezza, della sapienza, della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili le sue vie!”

6

“Ricchezza”: la parola la dice tutta. La “ricchezza” (scusate la banalità) rende ricchi, arricchisce. E allora? Allora, cari pellegrini, la volontà di Dio non toglie, ma aggiunge qualcosa alla nostra vita: l’arricchisce!

7

Ma come fare a coniugare la constatazione di non poter capire a fondo (infatti, la presenza di Dio ci deve rendere umili) con ciò che abbiamo appena detto, e cioè che accettare la volontà di Dio, cioè corrispondere a ciò che Lui vuole, sia un “ingigantimento” di sé?

8

La risposta è semplice. Cosa non possiamo capire della Volontà di Dio? Le singole e particolari decisioni: perché Dio ha deciso questo e non quest’altro, perché ha voluto che facessi questo e non quest’altro; ma non certo il fine a cui mira la Sua Volontà. E questo fine è la possibilità che possiamo vivere con Lui per l’eternità. Cioè l’unico vero e incommensurabile Bene.

9

Ecco perché, anche se non si possono capire le particolari decisioni di Dio (i mezzi), possiamo, accettando la Sua Volontà, diventare più ricchi e sapienti, perché facciamo nostra la sua generale decisione (il fine).

10

Se non volessimo fare così. Se volessimo pensare di scandagliare i mezzi, perderemmo il fine.

11

Un po’ come se volessimo fare come quel “pazzo” del ristorante dell’esempio: passeremmo ore ed ore per conoscere gli ingredienti prima di ordinare al cameriere, e nel frattempo le nostre pance rimarrebbero drammaticamente vuote.

Al Signore Gesù

Signore, io non so perché vuoi che io viva determinate prove.

Non lo so. So solo che mi vuoi bene.

So solo che mi vuoi con Te per l’eternità.

Questo mi basta.

Alla Regina dello Splendore

Madre, con Te il fine mi è chiaro.

Con Te avrò il Paradiso.

Con Te, anche se non capisco perché devo percorrere questo sentiero e non un altro, so quale dovrà essere il fine.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il cammino dei Tre Sentieri


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