BORRACCIA – 15 novembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Dice Gesù: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.”
(Giovanni 15)

I SORSI

1

Cari pellegrini, immaginiamo di essere in alta montagna. Fa molto freddo. Il sentiero su cui stiamo procedendo fiancheggia ghiacciai perenni. C’è un vento gelido che quasi paralizza. Ma, dopo non poca fatica, arriviamo ad un rifugio. La prima piacevole sensazione è finalmente trovare un po’ di tepore per poi ristorarci con qualcosa da consumare al bar del rifugio. Siamo talmente infreddoliti che decidiamo per una buona cioccolata calda. Ce la servono e finalmente il caldo e il dolce sapore della cioccolata sollevano il nostro corpo da ore e ore di freddo che ha patito per arrivare fin lassù.

2

Cari pellegrini, avrete inteso che le nostre borracce spesso partono da piccole cose, piccole sensazioni, situazioni ordinarie, perché tra gli intenti del nostro apostolato vi è anche quello di far capire che ciò che ordinariamente si vive è sempre segno di qualcosa che è maestosamente più grande e che irrompe splendidamente (attenzione a questo avverbio: splendidamente) nel nostro esistere.

3

Torniamo all’immagine da cui siamo partiti. Della cioccolata stiamo gustando soprattutto due cose: il caldo e la dolcezza. Il caldo per smorzare il freddo e la dolcezza per smorzare la fatica.

4

Passiamo adesso alle parole che fanno da acqua a questa borraccia. Gesù dice che vuole donarci la sua gioia, affinché la nostra gioia sia piena. Dunque, vuole dare la sua gioia alla nostra gioia, vuole alimentare questa con la sua, cioè vuole “sostanziare” questa con la sua.

5

Soffermiamoci su questi due punti. Primo: Gesù vuole darci la sua gioia per rendere “piena” (cioè colma) la nostra gioia. In realtà Gesù vuole dirci che la gioia, perché sia realmente tale, ha bisogno di essere motivata e stabile. Secondo: Gesù vuole darci la sua gioia affinché non ci inganniamo confondendo la vera gioia con una falsa gioia.

6

Per il primo punto: la vera gioia non può essere data da ciò che è effimero, passeggero, bensì solo dalla consapevolezza che il proprio vivere non è un “essere gettati nel mondo”, bensì orientati verso un destino eterno. Non ci può essere gioia se non si crede nel Paradiso.

7

Per il secondo motivo: la vera gioia non può essere nemmeno fondata su ciò che è mutevole, perché renderebbe anche questa (la gioia) mutevole.

8

La gioia non è il semplice divertimento (il nostro mondo è pieno di divertimenti, ma povero di gioia), bensì è uno stato di definitiva convinzione che la propria vita è sempre risolta dalla presenza dell’onnipotenza e dell’amore di Dio.

9

Qualsiasi cosa accada, non dobbiamo abbatterci perché c’è Dio che non può che desiderare sempre il nostro bene. Ecco perché i Santi, pur tra prove inaudite, non hanno mai perso la gioia.

10

Cari pellegrini, torniamo all’immagine iniziale. La nostra buona volontà e le nostre gambe ci hanno portato fin su il rifugio, ma ora la stessa volontà e le stesse gambe non avrebbero la forza di riprendere il cammino per riaffrontare il gelo e la fatica. C’è bisogno di qualcosa di caldo e di dolce, come una squisita tazza di cioccolato. Ecco la gioia di Cristo! Essa ci dà il caldo, il motivo su cui fondarla (Dio stesso di cui godremo nel Paradiso), ma ci dà anche la dolcezza (l’amore e la compagnia di Dio per affrontare gli affanni del nostro vivere).

Al Signore Gesù

Signore, dammi la tua gioia.

Senza di essa, la mia gioia sarebbe inevitabilmente vuota e incapace a farmi capire il mio esistere.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu ci ha donato la Gioia-di-tutte-le-gioie: Gesù.

Vivere a fianco a Te vuol dire riempirsi di questa Gioia.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Camino dei Tre Sentieri

 


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