Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.
L’ACQUA
Quando è illuminata dalla Fede, l’anima abbraccia i limiti dell’universo.
(San Cirillo di Alessandria – Catechesi battesimale, 5)
I SORSI
- Cari pellegrini, chissà quante volte, da bambini, vedendo la luce del sole filtrare intensissima tra le tapparelle, abbiamo scorto il pulviscolo; per poi metterci a soffiare per ammirare tutti quei puntini luminosi roteare dinanzi a noi.
- Nelle parole di san Cirillo di Alessandria (370-440) c’è un concetto che è umanamente inimmaginabile e -per questo- straordinariamente affascinante: con la Fede l’anima dell’uomo ha la capacità di allargarsi talmente da abbracciare (cioè da contenere) l’universo intero.
- La chiave per capire ciò che dice san Cirillo è il rapporto tra Fede e Luce. Egli parla della Fede che illumina l’anima. La luce allarga la vista. Al buio non si può vedere nulla, e se la luce è fievole si può vedere poco; ma con la luce intensa si scorgono anche i particolari. Anzi, con la luce intensissima si scorgono realtà che non sono visibili ad occhio nudo. Come per l’esempio da cui siamo partiti: la luce del sole che filtra attraverso le tapparelle di una stanza fa vedere ciò che solitamente non si può vedere.
- E allora domandiamoci: perché l’anima illuminata dalla fede fa abbracciare i limiti dell’universo? Risposta: perché diventa “capace” di Dio. “Capace” sul piano della conoscenza, acquisendo quei Misteri della Fede, di cui non si può venire a conoscenza con la sola ragione. Ma “capace” anche sul piano dell’amore, perché con la Grazia ci si unisce a Dio, vivendo, di fatto, della Sua stessa Vita. E, pertanto, come Dio abbraccia l’universo, così anche l’anima (ovviamente in senso analogico e per partecipazione) abbraccia anch’essa l’universo. “Universo” in questo caso significa toccare e percepire il mistero profondo dell’esistere: ciò che avvolge tutto. Infatti, Dio è il Significato di tutto; e così, vivendo con Dio, l’uomo partecipa di questo dominio sul tutto.
- Ma nelle parole di san Cirillo ci sembra “leggere” anche un’altra cosa. Questo famoso dottore della Chiesa si impegnò molto nel combattere l’eresia nestoriana, la quale, affermando il duplice soggetto umano e divino in Cristo, negava la divina maternità di Maria. Secondo questa eresia, Maria doveva essere considerata solo la madre del Gesù-Uomo e non del Gesù-Dio. San Cirillo combatté perché la verità su Maria potesse essere salvaguardata e ci riuscì. Ebbene, la divina maternità di Maria è proprio l’esaltazione di un bellissimo paradosso: una creatura umana diventa madre di Colui di cui è figlia. Se questo è avvenuto -ed è avvenuto- allora perché meravigliarsi che anche l’anima umana, illuminata dalla Fede, possa in un certo qual modo abbracciare i limiti dell’universo intero?
Al Signore Gesù
- Signore, cosa sarebbe la mia vita senza la tua luce? Brancolerei nel buio.
- Invece, quando io sono con Te, Signore, la mia vita si apre.
- Io sono nella vita, ma se non ci fossi Tu, Signore, non riuscirei a vivere davvero la vita perché solo la tua luce può riconciliarmi con tutto.
Alla Regina dello Splendore
- Madre, Tu sei la Madre di Dio. Il Poeta dice di Te nel Canto XXXIII del Paradiso: “Tu se’ colei che l’umana natura/Nobilitasti sì, che il suo Fattore/Non disdegnò di farsi sua fattura”.
- Ebbene, Madre, conducimi ad abbracciare il tuo Divin Figlio, perché solo così potrò abbracciare l’intera mia vita.
- Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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