A cura di Pierfrancesco Nardini
Domanda: Dio nel Vecchio Testamento non proibì severamente le immagini?
Risposta: Dio nel Vecchio Testamento proibì severamente le immagini da adorare, anzi quasi tutte le immagini, come occasione prossima di idolatria per gli Ebrei, i quali vivevano fra gli idolatri ed erano molto inclinati alla superstizione.
Gli episodi del Vecchio Testamento in cui Dio proibì la venerazione delle immagini non possono essere una base valida per poter accusare la Chiesa di idolatria. Come a voler suggerire una sorta di iconoclastia di Nostro Signore, che colpisce Se stesso, in ogni Persona della Trinità, Maria Ss.ma o i suoi santi.
Si deve intanto ricordare che, se è vero che Dio ordina “non ti farai scultura, né rappresentazione alcuna (…)” (Es 20, 4 ss), è altrettanto vero che Lui stesso ordina poi a Mosè di creare due cherubini (Es 25, 18 ss) e il serpente di bronzo nel deserto.
Lo scopo della proibizione severa di Dio nel Vecchio Testamento serviva dunque non a proibire in assoluto e categoricamente la produzione e la venerazione di immagini, bensì di evitare “soltanto quelle delle false divinità, fatte a scopo di adorazione, come facevano gl’idolatri” (n. 360 Catechismo Maggiore San Pio X).
Come si evitano ai nostri figli le occasioni per farsi male, anche con proibizioni a volte severe, sapendo che è l’unico modo per tutelarli, così Dio, nella Sua perfettissima e infinita Sapienza, sa di certo cosa fare e come evitare pericoli ai propri figli.
È un’espressione conosciuta e spesso ripetuta, d’altronde, “evitare le occasioni di peccato”: nell’Atto di dolore lo promettiamo solennemente nell’implorare il perdono divino (“fuggire le occasioni prossime di peccato”).
Dato che, come San Pio X insegna con precisione, le immagini potevano diventare per gli Ebrei “occasione prossima di idolatria”, perché già “essi vivevano fra gli idolatri” ed erano poi “molto inclinati alla superstizione”, il Signore tolse loro ogni rischio di idolatria.
La vicenda del vitello d’oro (Esodo 32) evidenzia tra l’altro come l’imposizione di una legge, anche da Dio, o l’insegnamento di una dottrina divina non sono comunque sinonimo di certezza dell’applicazione e del rispetto di quella legge e di quella dottrina. L’uomo, purtroppo, può decidere di usare male la libertà e di fare il male, di disobbedire a Dio, di non seguire i Suoi Comandamenti.
Per questo si deve sempre tenere a mente che tutto ciò che Dio ci ha dato e insegnato è sempre e solo per il nostro bene e dobbiamo sempre fidarci più di Lui che di noi, del nostro istinto.
“Non sono rari quelli che nutrono una specie di fanatismo per le reliquie e le immagini dei santi, fanatismo che fa pensare all’idolatria. È penoso vedere non pochi entrare in chiesa, prostrarsi e rivolgere baci e preghiere a tutte le immagini e quadri appesi alle pareti del tempio e non dare nemmeno uno sguardo al divino Ospite del tabernacolo!” (Dragone).
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