1.Pierre Dufoyer nel suo L’uomo nel matrimonio (Edizioni Paoline, 1957) non solo afferma che i rapporti coniugali sono leciti (se compiuti nel rispetto della Legge di Dio), ma sono anche opere buone che ottengono meriti per il Paradiso (ovviamente, per ottenere una ricompensa eterna, le opere buone, oltre che con retta intenzione, vanno compiute in stato di grazia, mentre se si è in peccato mortale fanno meritare ricompense materiali o anche le grazie necessarie alla conversione).
2.Ecco cosa scrive Dufoyer:
(…) I Manichei, e in modo meno esagerato ma ugualmente eccessivo i Giansenisti, hanno colpito con l’anatema la vita sessuale. Secondo il modo di vedere di queste sétte, l’attività sessuale è intrinsecamente malvagia e sorgente di ogni male. Tutto quello che è carnale, il corpo e le sue attività, il matrimonio e l’esercizio dei suoi diritti, sono ritenuti come un qualche cosa di demoniaco e di detestabile. Ai nostri giorni viene propugnato un modo di vedere diametralmente opposto: tutto quello che appartiene al nostro istinto è buono e, perciò, gli si deve lasciare libero corso. (…) Si sostiene che il piacere è fine a se stesso; che è lecito cercarlo per se stesso ed impedire, con tutti gli astuti raggiri, che il rapporto coniugale abbia le sue conseguenze normali, cioè la fecondità, che sarebbero non solo permessi, ma anche perfettamente autorizzate la libera convivenza dei due sessi, l’adulterio, l’uso di mezzi antifecondativi, l’aborto procurato, il divorzio. Questa esaltazione della voluttà, la giustificazione di tutte le sue pratiche, di tutti i suoi misfatti e di tutte le sue aberrazioni, costituiscono il tema prediletto di un largo settore della letteratura, teatro e cinematografia moderni. Ben diversa è la posizione assunta dalla concezione cristiana di fronte a questo problema; essa si rifiuta egualmente sia di disprezzare l’attività sessuale come di sopravvalutarla. L’universo intero è creazione di Dio; pure opera sua sono la distinzione degli uomini in maschi e femmine e l’attività sessuale, per cui sono possibili il piacere e la gioia. Le condizioni richieste, tra le quali primeggia l’unione dei corpi, sono, in misura eguale, opera del Suo Intelletto e del Suo Volere. Cristo ha elevato il matrimonio a sacramento e del rapporto sessuale genuino ha fatto uno strumento per comunicare la grazia; perciò è un’opera meritoria a cui è riservata una ricompensa eterna. (…)
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
Ma cosa c’entra l’andare in paradiso con un atto fisiologico e perfettamente lecito (anzi addirittura doveroso visto che si parla di “doveri coniugali”) all’interno di un matrimonio? Il tutto per rispondere a dei pazzoidi (non trovo altro termine) che condannano la vita sessuale? Mi viene da dire, ripetendo il Vangelo “Lasciate che i morti seppeliscano i loro morti”.