Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia” è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità Cattolica.
“L’uomo s’inchina davanti al talento, ma s’inginocchia soltanto davanti alla bontà.”
(Charles Gounod)
Perché la bontà conquista? Perché è bella.
La bontà, nel senso vero del termine, è indirizzare i propri atti al giusto fine, il Bene per l’appunto.
Ma il Bene è legato alla Bellezza, perché non c’è Bellezza senza il Bene.
Per questo legame -ed in questo legame- l’uomo sperimenta l’attrazione.
Di cosa? Del reale!
Se non si parte da questa convinzione, il reale può sembrare pieno di cose utili, ma mai di cose belle.
E dinanzi ad esso potremmo inchinarci, ma mai inginocchiarci.
Dio è Verità, Bontà e bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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