1.Parlare di sviluppo della Parola di Dio non vuol dire negare o contraddire ciò che è stato già nei tempi insegnato. La Parola di Dio (da intendersi integralmente tanto come fonti remote della Rivelazione, la Tradizione e la Scrittura, quanto come fonte prossima, il Magistero) può coerentemente essere approfondita e quindi essere suscettibile di coerente sviluppo.
2.Va però precisato che tale sviluppo non può avvenire né contraddicendo affermazioni precedenti né negando la completezza della Rivelazione, ovvero il fatto che la Rivelazione si è conclusa con l’ultimo apostolo, e quindi che ad essa non si può aggiungere nulla che sia completamente nuovo. Facciamo questo esempio. Se la Chiesa ha detto A non può dire poi non-A. Piuttosto, con adeguato approfondimento si può dire A e poi aggiungere B, per quindi arrivare all’affermazione AB, ma -come detto- non si può dire A e poi non-A; oppure B e poi non-B. Inoltre il Magistero -per rimanere nell’esempio- quando volesse affermare AB dovrebbe ben sapere che B già era implicitamente presente nel dato rivelato e che dunque non è una novità sostanziale; tant’è che, se lo fosse, andrebbe a pregiudicare la verità secondo cui la Rivelazione si è conclusa con l’ultimo apostolo.
3.Attualizziamo il discorso. Questioni come quella dell’Amoris Laetitia (la possibilità che divorziati risposati si accostino all’Eucaristia) o affermazioni relative alla Pena Capitale come atto in sé “disumano” e non come qualcosa a cui far ricorso tenendo presente che le condizioni che la rendano necessaria possano variare nel corso della storia, si pongono come quelle novità che non costituiscono semplici sviluppi, ma “rotture” nei confronti di ciò che è stato solennemente affermato.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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