I doni che abbiamo ricevuto da Dio non sono nostri, ma vengono dallo Spirito di Dio. Devono essere adoperati a servizio della Chiesa e dei fratelli, con spirito di umiltà. La parabola del fariseo e del pubblicano dimostra molto chiaramente che non dobbiamo inorgoglirci di nulla. Esistono due classi di uomini, diceva Pascal: i santi che si giudicano colpevoli di tute le mancanze e i peccatori che non si credono affatto colpevoli; i primi sono umili, Dio li innalzerà glorificandoli; i secondi sono orgogliosi, Egli li abbasserà castigandoli. Più profondamente ancora Sant’Ireneo definiva l’uomo “il ricettacolo dei doni divini“. Dio non si accontenta di richiamarci all’osservanza dei comandamenti; Egli ci dona il suo Spirito, che trasforma le nostre anime ispirando loro sentimenti cristiani. (Messale Romano, a cura di dom G.Lefebvre)
Introito
(Salmo 54,17;54,18;54,20;54,23)
Quando invocai il Signore, esaudì la mia preghiera, salvandomi da quelli che stavano contro di me; e li umiliò. Egli che è prima di tutti i secoli e sarà in eterno. Abbandona al Signore ogni tua cura ed Egli ti nutrirà.
(Salmo 54,2)
O Signore, esaudisci la mia preghiera e non disprezzare la mia supplica. Ascoltami ed esaudiscimi.
Epistola
(1 Corinti 12,2-11)
Fratelli, sapete che quando eravate Gentili vi lasciavate trascinare dietro agl’idoli muti. Per questo vi faccio sapere che nessuno, il quale parli per lo Spirito di Dio, dice anatema a Gesù e che nessuno può dire “Signore Gesù” se non per lo Spirito Santo. Ora c’è varietà nei doni, ma uno solo è lo Spirito e vi sono diversi ministeri, ma il Signore è lo stesso; e vi è diversità nelle operazioni, ma è lo stesso Dio che opera tutto in tutti. A ciascuno poi è data la manifestazione dello Spirito ad utilità (comune). Infatti ad uno è dato per mezzo dello Spirito il linguaggio della sapienza; ad un altro il linguaggio della scienza, secondo il medesimo Spirito; ad un altro la fede, per il medesimo Spirito; ad un altro il dono delle guarigioni, per l’unico e medesimo Spirito; a chi la potenza di operare miracoli, a chi la profezia, a chi il discernimento degli spiriti, a chi ogni genere di lingue, a chi il dono d’interpretarle. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, che distribuisce a ciascuno come vuole.
Vangelo
(Luca 18,9-14)
In quel tempo, Gesù disse pure questa parabola, per certuni i quali confidavano in se stessi come giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al Tempio a pregare; uno era Fariseo, l’altro pubblicano. Il Fariseo, stando in piedi, così pregava: ‘O Dio, ti ringrazio di non essere come gli altri: rapaci, ingiusti, adulteri, come anche questo pubblicano. Io digiuno due volte la settimana, pago le decime di quanto possiedo’. Il pubblicano invece, stando lontano, non ardiva nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto, dicendo: ‘O Dio, abbi pietà di me peccatore’. Vi assicuro che questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro; perché chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”.
Meditazione
1.L’Introito, riprendendo il Salmo 54, dice che bisogna farsi “curare” solo da Dio: Abbandona al Signore ogni tua cura ed Egli ti nutrirà. D’altronde tutto ciò che noi abbiamo, non ci appartiene. E’ solo di Dio: Dio dona e Dio può togliere quando vuole.
2.Ed ecco perché è da stolti pensare che se il Signore ci abbia donato talenti particolari, ne potremmo fare ciò che vogliamo. Questi doni non ci appartengono.
3.O, addirittura, potremmo ritenerci meritevoli di questi doni per (come avviene per il pubblicano nel Tempio) disprezzare gli altri.
Alla Regina dello Splendore
Madre, fa sempre che viva secondo gratitudine. Tutto ciò che ho non mi appartiene: è solo grazia del tuo Divin Figlio. Tutto ciò che eventualmente buono compia, è perché Tu e il tuo Divin Figlio me ne date la forza. Fa, o Madre, che non mi vengano mai meno queste certezze. Fa che possa respingere qualsiasi tentazione di superbia. Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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