San Nicola Tolentino, Confessore (1245-1305)

San Nicola da Tolentino nacque nel 1245 a Castel Sant’Angelo in Pontano nella diocesi di Fermo. A 14 anni entrò fra gli eremitani di sant’Agostino di Castel Sant’Angelo come oblato, cioè ancora senza obblighi e voti. Più tardi entrò nell’ordine e nel 1274 venne ordinato sacerdote a Cingoli. La comunità agostiniana di Tolentino diventò la sua «casa madre» e suo campo di lavoro il territorio marchigiano con i vari conventi dell’Ordine, che lo accoglievano nell’itinerario di predicatore. Dedicava buona parte della sua giornata a lunghe preghiere e digiuni. Un asceta che diffondeva sorriso, un penitente che metteva allegria. Lo sentivano predicare, lo ascoltavano in confessione o negli incontri occasionali, ed era sempre così: veniva da otto-dieci ore di preghiera, dal digiuno a pane e acqua, ma aveva parole che spargevano sorriso. Molti venivano da lontano a confessargli ogni sorta di misfatti, e andavano via arricchiti dalla sua fiducia gioiosa. Sempre accompagnato da voci di miracoli, nel 1275 si stabilì a Tolentino dove resterà fino alla morte il 10 settembre 1305. (santiebeati.it)


Antifona all’Introito

(Salmo 91,13-14)

Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro sul Libano. Chi è piantato nella casa di Dio fiorirà nel tempio del Dio nostro.

(Salmo 91,2)

E’ bene cantare la  gloria del Signore; e lodare, Altissimo il tuo Nome.


Epistola

(1 Corinti 4,9-14)

Fratelli, siamo diventati uno spettacolo per il mondo, per gli Angeli e per gli uomini. Noi siamo folli per causa di Cristo, ma voi siete sapienti in Cristo; noi siamo deboli, voi, invece, forti; voi siete illustri, noi all’opposto, senza onore! Fino al momento presente, noi patiamo la fame e soffriamo la sete e siamo nudi e veniamo schiaffeggiati e andiamo raminghi e fatichiamo lavorando con le nostre proprie mani. Svillaneggiati, auguriamo del bene; perseguitati, sopportiamo; oltraggiati, rispondiamo con parole dolci; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti fino al presente! Non vi scrivo questo per farvi arrossire, ma per ammonirvi quali miei figliuoli diletti, in Cristo Gesù nostro Signore.


Graduale

(Salmo 36,30-31)

La bocca del giusto esprime sapienza e la sua lingua parla giudizio. Ha nel cuore la legge del suo Dio e i suoi passi non sono esitanti. Alleluia, alleluia.

(Salmo 111,1)

Beato l’uomo che teme il Signore, e molto si compiace nei suoi comandi. Alleluia.


Vangelo 

(Luca 12,32-34)

In quel tempo, Gesù disse: Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.


Meditazione

1.Oltraggiati, rispondiamo con dolci parole… dice san Paolo nell’Epistola. Il cristiano deve saper coniugare fermezza e dolcezza. Come ben ha saputo fare san Nicola da Tolentino.

2.La fermezza, perché sui princìpi non si deroga. E, infatti, l’Apostolo dice che molte volte bisogna rispondere. Egli dice: rispondiamo..Rispondere all’errore, rispondere per difendere la verità, rispondere perché il prossimo conosca cosa è giusto fare e cosa non è giusto fare.

3.Ma questa risposta deve avere sempre dolci parole: rispondiamo con dolci parole… La dolcezza non è debolezza. Essa serve a far capire come Dio sia Verità, ma anche Amore. E vuole sempre che chi è nell’errore si emendi, che chi si sta perdendo si salvi.


Alla Regina dello Splendore

Madre, fa che mi metta alla scuola della fermezza e della dolcezza del tuo Divin Figlio. Madre, Tu sei la massima espressione di questo binomio (fermezza-dolcezza). Tu mai ti sei allontanata dalla verità. Tu sempre riversi tenerezza e dolcezza verso i peccatori affinché possano convertirsi. Madre, prendimi per mano e ispirami Tu su come debba agire e parlare. Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza 

Il Cammino dei Tre Sentieri


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