1.Scrive il famoso scrittore francese Antoine de Saint-Exupery (1900-1944), autore de Il piccolo principe: “Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e l’infinito.” Con questa parola, nostalgia, lo scrittore vuol farci per capire che c’è sempre qualcosa oltre noi stessi e che è proprio questo qualcosa che si presenta come obiettivo.
2.La differenza tra l’ideale e l’ideologia è molto facile da capire. Mentre l’ideologia altro non è che il frutto di un pensiero svincolato dalla realtà e che così produce da se stesso uno scopo che è comunque dentro se stesso, l’ideale è invece la scoperta di un riconoscimento, è qualcosa che fuori dell’uomo e a cui il pensiero dell’uomo deve tendere. Insomma, l’ideale è il fine; e l’Ideale con la “I” maiuscola è Dio stesso, unica realizzazione dell’uomo. Unica realizzazione dell’uomo perché l’uomo non può realizzarsi con se stesso: il finito non ha mai dato senso al finito, il limite al limite, la precarietà alla precarietà; ma il finito ha bisogno dell’Infinito, il limite dell’Assoluto e il precario del Fondamento.
3.Proprio in questa dinamica di bisogno si capisce come l’uomo aneli all’Ideale, come non ne possa fare a meno. Platonicamente si potrebbe dire che l’ideale è la realtà vista con gli occhi dell’anima, ovvero che l’ideale è ciò a cui l’uomo aspira, ma perché? Perché l’uomo non è solo il suo corpo, è molto di più.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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