Perché per il Modernismo è perfettamente “logico” che il Magistero si contraddica?

1.Per il modernismo il dogma è l’espressione di un sentimento che nasce nell’uomo. Insomma, il dogma sarebbe una sorta di dogma-non-dogma. Al Magistero compete il compito non di definire la verità in quanto tale, bensì la natura della verità; una natura che non è sul piano oggettivo bensì su quello umano, della coscienza individuale, cioè su un piano soggettivo.

2.Dunque, il dogma è legato al sentimento dell’esperienza, ma tale sentimento non è solo soggettivo, bensì è anche necessariamente mutevole, proprio perché l’esperienza per sua natura muta. Gli uomini nel corso della storia hanno concepito diversamente il divino, così come hanno mutato i loro giudizi morali: alcune cose ch’erano condannate in passato, non lo sono più nel comune sentire degli uomini; si pensi alla pratica omosessuale: in passato condannata, oggi ampiamente legittimata.

3.Pertanto, se era giusto che il Magistero di un tempo condannasse gli errori ch’erano ritenuti tali, è altrettanto giusto che il Magistero attuale possa parlare in maniera contraddittoria rispetto al passato, arrivando a legittimare ciò che in passato era condannato. Tutto questo perché il Magistero, secondo il modernismo, deve definire la natura della verità, non la verità in sé; quella natura secondo cui la verità sarebbe fondata sul sentimento dell’esperienza.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri

 

 

 

 

 

 

 

 


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