Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Il popolo è ben altra cosa rispetto alla massa. La massa è qualcosa d’informe, che, pertanto, si lascia facilmente plasmare. Il popolo no. Esso ha una sua identità, una sua storia, delle radici. Ha un vissuto che gli permette di giudicare con buon senso il reale. E questo lo conforta di un’eredità: la saggezza. Certo, i popoli non sono uguali; perché le culture non sono uguali. C’è chi ha conquistato il Vero. Chi lo ha atteso. Chi lo ha rifiutato. Chi se ne è allontanato. Ma al di là di questo, ciò che è di natura percepisce il senso delle cose e il mistero del vivere. E, proprio perché Dio ha fatto sì che la natura fosse predisposta all’accoglienza della Grazia, non c’è buon senso popolare che non manifesta questo desiderio; al di là di ciò che la Storia dei singoli popoli partorisce. Ecco perché si può capire l’unicità e la bellezza della Verità Cattolica anche attraverso il buon senso di tutti i popoli.
Pasqua rappresenta un discrimine. Il Triduo pasquale, infatti, è la soluzione dei due grandi problemi dell’uomo: la morte dell’anima e la morte del corpo, entrambi conseguenze del peccato originale.
La Passione e la Morte di Gesù hanno risolto la morte dell’anima; la resurrezione dal sepolcro, la morte del corpo.
La Pasqua questo produce in sé, indipendentemente se sia alta o se sia bassa, indipendente dalla sua collocazione temporale.
Così, infatti, è nella vita: la scelta di abbracciare Dio può avvenire prima o dopo, ma, se è vera conversione, è la svolta, la soluzione, la bellezza che s’introducono splendidamente nell’esistere e che fanno sì che il gelo dell’inverno sparisca per sempre.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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