Da “Il cammino in due” di Ferdinando Prosperini, Roma 1939
(Una volta si benediceva la camera nuziale). E a ben ragione, perché essa è il luogo sacro alle intimità più grandi dell’amore coniugale, alle responsabilità più gravi di fronte alla vita, agli incontri più solenni dell’uomo con Dio. La cosa non può recare alcuna meraviglia. (…) dopo l’elevazione del Matrimonio a dignità di Sacramento, le stesse manifestazioni ordinate all’amore hanno nella vita coniugale ragione di simbolo dell’unione più alta di Cristo con la sua Chiesa. Ecco perché essa, santa ed immacolata, come nella visione dell’Apocalisse, benedice non solo gli sposi, ed il loro amore, ma anche la stanza ed il letto nuziale. Nel Medio Evo, quando non c’era la fretta di partire per un viaggio di nozze e si concedeva maggior tempo alle cose sacre, la benedizione del letto nuziale si praticava la sera stessa delle nozze con un rito ricco e commovente. Leon Gautier, storico della Cavalleria, ce ne ha lasciato una suggestiva descrizione: “Chi sono questi nuovi visitatori, che si presentano alla porta della sala, si fermano sulla soglia e tutti gli invitati accolgono con segni di rispetto? Un sacerdote, seguito da due chierichetti, di cui l’uno porta il libro, l’altro un incensiere. Entrano e sono condotti, attraverso la sala, fino alla camera nuziale, che è là appartata, seminata di rose e dipinta di fiori, con un ricco letto ornato d’un baldacchino. Gli sposi sono inginocchio in atteggiamento raccolto. Il sacerdote, che indossa la stola, fa lentamente il giro del letto, moltiplicando le benedizioni in forma di croce: ‘Benedici tu stesso, o Signore, questo letto nuziale, affinché questi sposi cristiani vi riposino nella tua pace e giungano fino a tarda età, nel tuo santo amore.’ E dopo una pausa: ‘Che la mano del Signore sia sopra di voi e faccia discendere dal cielo uno dei suoi angeli , che vi custodisca in tutti i giorni della vostra vita.’ A questo punto il sacerdote prende l’incensiere dalle mani del chierichetto, vi getta i profumi liturgici e fa una seocnda volta il giro del letto incensandolo. Poi il ministro di Dio s’allontana e, sulla soglia della camera nuziale, si volge a dire ancora un’ultima parola, ancora un saluto afgli sposi sempre inginocchiati: ‘Siate in pace e il Signore rimabga con voi’.” certamente nessuno può dire che questo bastasse a santificare tutta la vita coniugale; è certo, ad ogni modo, che doveva essere più facile allora capire la grandezza di una missione, che rende collaboratori di Dio. (…) Oh! come sarebbe necessario che la camera nuzilae non fosse mai albergo del peccato e testimonio di iniquità! (…).
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

che splendore la fede cristiana. quanta luce dal cosiddetto medioevo