BORRACCIA – 8 gennaio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Quando anche il Signore mi togliesse la vita, continuerò ancora a sperare in Lui.
(Giobbe 12,15)

I SORSI

1

Cari pellegrini, osserviamo un bella piantina. Si tratta di un vaso nel quale sono sbocciate delle splendide rose. Per far questo si è dovuto porre dei semi, curare il piccolo terreno, innaffiare.

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Soffermiamoci su questo gesto: innaffiare. Si sarebbero potute avere le rose, se non si fosse costantemente data dell’acqua?

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Quella bellezza straordinaria, quella perfezione e armonia dei petali, quel colore così tenue ma anche così intenso, senza il dono costante di un po’ di acqua, non si sarebbe mai potuto ottenere.

4

Ebbene, un’immagine come questa insegna che la bellezza, perché venga fuori, ha bisogno di ricevere. Insomma, se non si chiede, non si ottiene; se non si mendica, non si conquista l’autentica realizzazione né l’autentica libertà.

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L’ acqua di questa borraccia ci presenta una famosa espressione del povero Giobbe: “Quando anche il Signore mi togliesse la vita, continuerò ancora a sperare in Lui.”

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Colpito nei suoi possedimenti, nella famiglia e nel suo stesso corpo, Giobbe, ridotto in povertà, giaceva su un mucchio di letame. Veniva insultato dai suoi amici e perfino dalla moglie, ma egli non si abbatteva e rinnovava la fiducia. Si lamentava ma non mormorava contro Dio, anzi…

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Sant’Alfonso Maria dei Liguori dice: “Chi prega si salva, chi non prega si danna”. Quando arrivano prove dure e si pretende di affrontarle da soli, si soccombe. Se invece ci si affida al Signore, allora anche ciò che sembra enorme diventa affrontabile e superabile.

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Si deve dunque chiedere aiuto a Dio. Ci si deve affidare e dirgli: Signore, fa di me ciò che vuoi. Trattami come desideri, ma non permettere che Ti lasci. Tu sei più importante della mia stessa vita.

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E’ proprio questa fiducia che fa sì che si realizzi l’incredibile, per esempio che anche dei bambini possano arrivare ad una dimensione eroica a cui, invece, tanti adulti non riescono ad arrivare. L’esempio più facile da fare (ma non è l’unico) è quello dei pastorelli di Fatima che giunsero ad infliggersi durissime penitenze pur di salvare le anime dei peccatori. Eppure avevano solo 10, 8 e 7 anni.

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Il Signore vuole questo. Qui sta anche una delle tante sue bellezze: Egli “mendica” (Lui che è l’Onnipotente!) il nostro amore e la nostra fiducia.

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Quanto è sciocco il mondo a non capire queste cose. Pensa di poter procedere nella storia illudendosi di camminare da solo, ma non si accorge che tutto ciò che esiste, esiste perché è mantenuto nell’essere da Dio. E in questo procedere da solo, il mondo si condanna.

12

Sempre sant’Alfonso, parlando delle anime dannate all’inferno, dice che una delle loro più grandi sofferenze è quella di venire a sapere quanto sarebbe stato facile salvarsi e non averne approfittato, di venire a sapere di tutte le occasioni che il Signore aveva offerto loro in vita e di averle rifiutate.

13

Cari pellegrini, siamo anche noi come quelle rose. Il nostro “seme” ha bisogno di essere innaffiato da Dio. Senza l’ “acqua” di Dio, il seme è destinato a morire. E’ destinato a non trasformarsi in una bellezza meravigliosa.

Al Signore Gesù

Signore, Tu alcune volte ci chiedi cose che il mondo può reputare impossibili, ma che ovviamente non sono tali. Altrimenti non ce le chiederesti.

Non sono tali, ad una condizione: se chiediamo il tuo aiuto.

Alla Regina dello Splendore

Madre, ricorda al Tuo Divin Figlio che potrà fare di me ciò che vuole; mai però verrà meno la mia fiducia.

Tu però tienimi sotto il Tuo dolce manto.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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