BORRACCIA – 17 luglio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. (…) quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.
(Isaia 40)

I SORSI

1

Cari pellegrini, oggi l’uomo è stanco. Ci sono dati incontrovertibili che lo rilevano. Si potrebbe obiettare: Perché è stanco? Mai come oggi l’uomo vive dinamicamente, cerca di fare quante più cose, cerca di divertirsi nelle maniere più originali e dispendiose, si pensi a come è attiva l’ “industria” dei tour operator. Eppure, malgrado questo, l’uomo è stanco. Anzi, possiamo dire che la dinamicità dell’uomo di oggi rileva paradossalmente, ma chiaramente, la sua stanchezza.

2

Cosa è davvero la stanchezza? Quella fisica? Non necessariamente. Il contadino, dopo aver arato e zappato, è stanco. Colui che durante il giorno fa il suo dovere, torna a casa stanco. E’ questa una stanchezza naturale, dovuta; farebbe meraviglia se non ci fosse. C’è però un altro tipo di stanchezza: quella che scaturisce sì dalla fatica, ma senza aver capito bene il perché si è faticato, il perché si sono spese tante energie. E’ la stanchezza per aver fatto ciò che inconsciamente non si riconosce come dovuto, come capace di essere dentro un’armonia e un significato più grandi.

3

Oggi l’uomo si affanna perché deve agire senza un perché. Ecco: la parola giusta è “affanno”. L’affanno è molto diverso dalla fatica. La fatica è quando si lavora per un scopo. L’affanno è quando si lavora per cercare invano se stessi. Ebbene, la stanchezza conseguente alla fatica è il giusto premio; la stanchezza conseguente l’affanno è invece un castigo.

4

Ed ecco il senso delle ultime parole della citazione di Isaia: “…quanti sperano nel Signore non solo corrono senza affannarsi e camminano senza stancarsi, ma mettono ali come aquile”.

5

L’aquila che vola alta nei cieli non sbatte continuamente le ali. Le sbatte quel tanto che basta per sfruttare le correnti; e plana con una eleganza meravigliosa. In questo modo essa fatica, ma non si affanna.

6

Anche l’uomo avrebbe la possibilità di attivarsi quel tanto che basta senza affannarsi, ad una condizione però: se sfruttasse la corrente del cielo. Insomma, se solo sapesse lasciarsi guidare non dalle correnti della terra, dalle mode stolte che pretendono affermare che egli è impietosamente solo, bensì dalle correnti del cielo che invece dicono tutt’altro: che tutto può avere senso se solo si sceglie Dio, colui che “dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato.”

Al Signore Gesù

Signore, Tu solo puoi dare forza alla mia stanchezza, perché Tu solo puoi essere il senso della mia fatica.

Con Te tutto mi sarà possibile… e facile.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sai quanto duro è il cammino di ogni giorno.

Conosci bene le mie difficoltà e miei affanni.

Trasformali in sana stanchezza.

Stammi a fianco, e tutto, anche la durezza della vita, diventerà dolcezza e splendore.

Portami in alto e sfrutterò la corrente del Cielo.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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1 Comment on "BORRACCIA – 17 luglio"

  1. Sempre lodato sia Gesù Eucaristia

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