BISACCIA: “Mi sembra che la nostra storia sia sempre quella: nella gioia di aver avverato la minima parte di un’idea, ne lasciamo lì incompiuta la maggior parte.” (Robert Musil)

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia”  è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità Cattolica. 


Mi sembra che la nostra storia sia sempre quella: nella gioia di aver avverato la minima parte di un’idea, ne lasciamo lì incompiuta la maggior parte.

(Robert Musil)

La realtà è sempre più grande di ciò che possiamo immaginare. Verrebbe da pensare a ciò che Shakespeare fa dire ad Amleto: “Ci sono più cose in cielo e in terra che non nella tua filosofia, Orazio.”

D’altronde l’essere nella sua pienezza è Dio stesso, e Dio è infinito, per cui ci è dato conoscerlo, ma non “comprenderlo”, nel senso latino di “cum-prehendere“, cioè “contenere”.

Qui è la sapienza.

Poi c’è la stoltezza. Una stoltezza anche ammantata, anzi: sempre ammantata dal più forbito intellettualismo, che pretende affermare che la realtà non solo possa essere contenuta dalla mente umana, ma che possa perfino essere essere stravolta da questa.

E’ la stoltezza che nasce dall’ideologia e che finisce con l’utopia.

Ma l’esito di questa stoltezza qual è? E’ quella di seguire stupidamente una costruzione mentale, affannarsi per essa e poi scoprire che non può che rimanere incompiuta.

E in questa incompiutezza, poi, scoprire il proprio fallimento.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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