SGUARDO – Una penna

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


La posizione dello sguardo, il privilegio dell’osservazione, il partire dal vedere e dal constatare è non solo la posizione più ragionevole, ma anche quella più intelligente. La parola “intelligenza” viene dal latino “intus-legit” che significa “leggere dentro”. L’intelligenza, pertanto, implica non una conoscenza superficiale ma una conoscenza dentro la realtà. Appunto: la realtà! L’intelligenza ha bisogno della realtà, non ne può fare a meno. Se la realtà non esistesse, non ci sarebbe modo di poter esercitare l’intelligenza, non ci sarebbe modo di essere intelligenti.


Il noto detto dice: le parole volano, gli scritti rimangono.

Già! Rimangono. Ovvero vengono impressi.

Certo, anche i fogli su cui si scrive possono essere gettati via, possono essere  bruciati, sparire; e dunque anche questi volare via.

Ma c’è una differenza. Le parole volano perché sono flatus vocis. Cioè fiato. Ciò che è scritto, invece, scaturisce sì dalle parole, e dunque dal pensiero, ma ha bisogno di un atto manuale che concretizzi quelle parole affinché non solo in quel momento, ma possibilmente anche dopo e sempre, possano essere “ascoltate” attraverso la lettura.

Una penna è uno strumento che pretende vincere il tempo.

Una penna è qualcosa che dice che ciò che si sta pensando oggi, può essere non solo per l’oggi, ma anche per il dopo.

Un dopo breve o un dopo lungo, non importa.

Una penna è un piccolo segno della grandezza dell’uomo che pretende che ciò che egli pensa non finisca nell’attimo.

Nessun animale scrive!

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