LA SOSTA – Tutti telecomandati… ma forse si ritorna ad una concezione naturale del commercio.

“C’ era una volta la pubblicità che cercava di orientare i comportamenti di acquisto. C’erano una volta le campagne elettorali fatte di volantini e manifesti che provavano a calamitare i consensi. Oggi la pubblicità sta cambiando e i sondaggi politici fanno cilecca. La gente mente, dicono. Afferma una cosa ma ne pensa un’altra. Forse non sa davvero che cosa vuole. Le decisioni d’acquisto o di voto obbediscono sempre meno a fattori razionali ed è sempre più difficile analizzarle per ricavarne trend attendibili. A meno che non si riesca a leggere nel pensiero, a cogliere i meccanismi inconsci che governano i comportamenti. Non è il futuro, è oggi. Si chiamano brainmarketing, ovvero la neuroscienza applicata alle decisioni di spesa, e neuropolitics se la si utilizza per la politica. (…). La pubblicità è nata per indirizzare le decisioni dei consumatori.”  

Queste parole sono state pubblicate su ilgiornale.it e parlano di un nuovo sistema che sta prendendo piede nell’ambito del commercio. Ovviamente lo scenario è preoccupante perché siamo sempre più nell’ambito dello svelamento dell’intimità delle persone. Eppure -ci permettiamo di dire- c’è qualcosa d’interessante e di positivo. Può sembrare strano che diciamo così, ma lo motiviamo subito. L’economia gioca sul rapporto tra domanda e offerta. In quella tradizionale l’offerta era in funzione della domanda; nella consumistica è avvenuto il contrario: la domanda in funzione dell’offerta e se la prima non riesce a soddisfare l’offerta entra in gioco la pubblicità per creare bisogni artificiali. Ora, con questo brainmarkiting (i cui metodi sono ovviamente discutibili) si torna nuovamente alla centralità della domanda. Infatti nell’articolo si afferma: “Qui la prospettiva è rovesciata: non convincere la massaia a comprare un certo prodotto o un cittadino a preferire quel partito, ma capire ciò che vogliono senza rendersene conto, prevedere gli orientamenti e sottoporre l’oggetto giusto, confezionato su misura (…).”

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