Mancuso, tra tanti errori, una verità l’ha detta…

VITO MANCUSO, TEOLOGO

di Corrado Gnerre

Il “teologo” Vito Mancuso ha avuto parole di sconcerto per l’iniziativa del Papa di offrire, nel prossimo mese di maggio, Rosari per chiedere la grazia della fine della pandemia. La tesi di Mancuso è che iniziative di questo tipo striderebbero con il vero senso della spiritualità e della teologia cristiane.

Dal momento che una posizione del genere ha suscitato un acceso dibattito, Mancuso stesso ha voluto precisare sul profilo facebook la sua posizione.

Riporto ciò che ha scritto.

Due giorni fa, 22 aprile 2021, Repubblica.it mi ha intervistato sull’iniziativa del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione concernente una “maratona di preghiera” di recita del Rosario “per invocare la fine della pandemia” (le espressioni tra virgolette sono dell’istituzione pontificia), iniziativa che io avevo commentato con questo tweet: “Chi crede ancora che la spiritualità autentica sia fatta di queste cose? Cioè di una preghiera per ottenere da un Dio onnipotente quello che Egli, con un solo pensiero, potrebbe realizzare? Non è tutto un po’ troppo imbarazzante?”.
In seguito su questa mia pagina Fb ho postato l’intervista con una nota di commento nella quale riprendo un passo di una lettera di Dietrich Bonhoeffer sull’autonomia o eteronomia del mondo rispetto a Dio. 
(…)
A seguito di tutto ciò desidero precisare quanto segue, rivolgendomi soprattutto a coloro che seguono abitualmente questa pagina e il mio pensiero.
1) Il punto non è la preghiera, il cui valore umano e spirituale è per me fuori discussione; il punto è la preghiera per ottenere qualcosa; più precisamente ancora, per ottenere qualcosa di esterno rispetto a chi prega, cioè un cambiamento nel mondo che in questo caso è la fine della pandemia.
2) Il punto non è la preghiera di intercessione (tanto amata dal card. Martini, ricordo bene quando me ne parlò a Gallarate), forma di preghiera che porta a credere all’azione di Dio sulle anime umane; il punto è che questa preghiera per la fine della pandemia è una forma di preghiera che porta a credere che Dio agisca su elementi naturali non umani, in questo caso sui virus che sono la causa di tale pandemia.
3) Il punto, in definitiva, è l’idea di mondo rispetto a Dio: se eteronomo, come ritiene la Bibbia e gran parte della tradizione fino al ‘900, o se autonomo, come Bultmann, Bonhoeffer e Teilhard de Chardin hanno affermato per primi tra i teologi del ‘900. Se si crede alla dipendenza del mondo da Dio ha senso pregare Dio per la fine della pandemia, se no, no. Io sostengo l’autonomia del mondo e quindi ritengo che per me e per chi la pensa come me il tipo di preghiera promossa dal Vaticano sia praticabile solo a prezzo di un sacrificio dell’onestà intellettuale.
4) Chi invece sostiene la dipendenza del mondo da Dio secondo il paradigma dell’eteronomia prega del tutto logicamente Dio perché intervenga e metta fine. Occorre però che tragga le conseguenze ed estenda la logica all’insieme con coerenza: cioè che Dio, così come ha potere sulla fine, ha avuto potere sull’inizio. Da qui ne viene quello che alcuni cattolici tradizionalisti (magari poco simpatici, ma logicamente coerenti) sostengono: cioè che la pandemia è una punizione o una prova voluta da Dio.
5) Non serve molto dire che Dio non ha voluto la pandemia ma se ne serve per la nostra conversione (magari proprio inducendoci a maratone di preghiera); anzi, a mio avviso questa idea peggiora la situazione perché getta su Dio un’ombra di ambiguità machiavellica facendone una figura da cui è meglio stare alla larga (…).
6) Il mondo contemporaneo ha bisogno di spiritualità, e quindi di preghiera, forse come non mai. Io sono portato a pensare che la radice di tutto l’enorme carico di malessere che lo pervade stia proprio nell’assenza di forme credibili di spiritualità mediante cui l’anima possa trovare la strada di casa. Ma si tratta di proporre forme di spiritualità e di preghiere che siano coerenti con la nostra esperienza del mondo, di noi che siamo stati generati dal Novecento e che sappiamo il suo male (a proposito, domani è il 25 aprile!), e non che invece richiedono di ignorare la lezione della storia.
7) L’organismo vaticano che ha promosso la “maratona di preghiera” è Pontificio Consiglio il cui fine è la promozione della “Nuova” Evangelizzazione. Di nuovo però, nella sua proposta, non c’è nulla; c’è solo la vecchia idea di Dio, del mondo e della loro relazione del tutto superata. La crescita dell’ateismo in tutto l’Occidente deriva anzitutto da questa vecchia idea, e io temo che riproporla ancora, ben lungi da ottenere nuova evangelizzazione, ottenga l’opposto.

Ovviamente prendo le distanze da tali parole; ma va detto che esse sono interessanti e, pur nell’inesattezza dei presupposti e delle conclusioni, dicono però una cosa vera. Rileggo i punti 4 e 5 che ho evidenziato in grassetto:

4) Chi invece sostiene la dipendenza del mondo da Dio secondo il paradigma dell’eteronomia prega del tutto logicamente Dio perché intervenga e metta fine. Occorre però che tragga le conseguenze ed estenda la logica all’insieme con coerenza: cioè che Dio, così come ha potere sulla fine, ha avuto potere sull’inizio. Da qui ne viene quello che alcuni cattolici tradizionalisti (magari poco simpatici, ma logicamente coerenti) sostengono: cioè che la pandemia è una punizione o una prova voluta da Dio.
5) Non serve molto dire che Dio non ha voluto la pandemia ma se ne serve per la nostra conversione (magari proprio inducendoci a maratone di preghiera); anzi, a mio avviso questa idea peggiora la situazione perché getta su Dio un’ombra di ambiguità machiavellica facendone una figura da cui è meglio stare alla larga…
E’ qui, infatti, il punto che giustamente Mancuso evidenzia. Il fatto cioè che certo neomodernismo voglia fermarsi a metà del guado facendo saltare completamente la logica. Se si vuole essere fedeli alla concezione biblica e della Rivelazione, bisogna invece convincersi che, se è vero che ciò che accade non necessariamente sia voluto da Dio, è pur vero però che quando si tratta di male fisico è nelle possibilità che Dio lo voglia, indirettamente (per accidens), ma che lo voglia. Negare questa possibilità è entrare in una contraddizione palese.
Certamente la posizione di Mancuso è ancora più contraddittoria perché la tesi dell’autonomia del mondo rispetto a Dio (in realtà sarebbe “ontonomia” ciò che dice Mancuso e non “autonomia” che vuol dire un’altra cosa) fa inoltrare ancora di più in inestricabili contraddizioni, perché conduce ad una trasformazione del Cristianesimo a Gnosi, aprendo a prospettive di creazioni demiurgiche. Nel senso che l’ipotetica autonomia (in realtà, ripeto: ontonomia) del mondo farebbe pensare ad una sua generazione prescindendo dalla volontà di Dio. Ma -a parte queste contraddizioni- è interessante come un teologo, ormai non più cattolico, come Mancuso abbia messo in evidenza l’insostenibilità di ciò che oggi molti -per non dire tutti- nella Chiesa pensano sui flagelli naturali.
Ciò non toglie che l’iniziativa di papa Francesco sia da seguire e praticare. Nella convinzione, però, che Dio, Creatore e Signore della natura, può mitigare o annullare i suoi castighi, a patto però che se ne capisca la lezione.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il cammino dei Tre Sentieri

Vuoi aiutarci a far conoscere quanto è bella la Verità Cattolica?

Print Friendly, PDF & Email
CONDIVIDI

Be the first to comment on "Mancuso, tra tanti errori, una verità l’ha detta…"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*