Né il delinquente né il giacobino… ma tra i due chi è più pericoloso?

Ieri è stata fermata una processione in onore della Madonna della Neve in Calabria, perché è arrivata la notizia che tra coloro che portavano la statua della Vergine vi fosse un noto appartenente alla criminalità organizzata locale.

Le forze dell’ordine hanno fatto fermare la processione. Il soggetto interessato è stato sostituito e la processione è ripresa.

Il fatto -come dicevamo- è salito agli onori della cronaca. C’è però una questione che non è di poco conto. Il soggetto che stava sostenendo la statua della Vergine era in piena libertà, pur avendo avuto trascorsi ben noti.

Ora, fino a prova contraria, richiamando la nota espressione evangelica (sono i malati e non i sani a necessitare del medico – cfr. Matteo 9), ad aver bisogno di questi gesti sono proprio coloro che più hanno sbagliato nella vita. In certi riti penitenziali, dove ci si disciplina nascondendo con il cappuccio il proprio volto (per esempio, i Riti Settennali di Guardia Sanframondi, nel Sannio) con ogni probabilità tra coloro che si feriscono a sangue vi sono soggetti che hanno commesso terribili peccati nella propria vita.

Dunque, perché ci si deve meravigliare se tra coloro che trasportavano la statua della Madonna vi fosse uno che ha sbagliato (e molto!) nella propria vita?

Piuttosto -ed è inutile che ci prendiamo in giro- dietro questi interventi (e non a caso utilizziamo il plurale perché non è la prima volta) si nasconde una tipica mentalità di stampo neoilluminista, che non solo è errata, ma anche contraddittoria.

La mentalità neoilluminista individua gli errori soprattutto sul piano dell’infrazione della legge positiva (cioè posta dallo Stato) e non tanto su quello del rispetto della legge naturale e della Verità. Per cui i veri nemici della società non sono tanto coloro che la dovessero pensare male, bensì coloro che delinquono. Quando, invece, è proprio il contrario. Il maggior pericolo non viene dai delinquenti (che pur sono pericolosi!), bensì soprattutto da coloro che cercano di organizzare il consesso civile impostandolo secondo criteri di disordine e di messa in discussione dell’ordine naturale delle cose.

Ma -come dicevamo- si tratta di una mentalità contraddittoria, perché in tal modo si va a colpire ciò che illuministicamente si vorrebbe invece sanare, ovvero il fatto che le azioni dell’uomo troverebbero comunque una giustificazione in ambito sociale (chi delinque lo fa non perché è cattivo, bensì perché è la società che lo spingerebbe a farlo), il che ovviamente non è vero e stride con la convinzione di cui sopra.

Ma torniamo al punto: meglio un delinquente che un giacobino!

Non vi scandalizzate, è così. Ovviamente è meglio che non ci fossero entrambi. Ma se si volesse fare una sorta di graduatoria di pericolosità, non c’è paragone.

Il delinquente è pericoloso. Da lui bisogna difendersi. Lo Stato deve fare di tutto perché non agisca prepotentemente e illegalmente. Ma il delinquente delinque e basta. Il giacobino, no. Il giacobino, anche se formalmente rispetta la legge positiva, vuole distruggere quella naturale. Vuole sovvertire ideologicamente l’ordine delle cose. Vuole cambiare il reale e l’uomo!


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