Alcune riflessioni per capire la bellezza e l’insostituibilità dell’ “Ave Maria”

di Pierfrancesco Nardini per il C3S


La bellezza dell’Ave Maria è quella delle cose perfette.

Non ci inganni la provenienza umana, ossia il fatto che non sia stata insegnata da Dio come il Padre Nostro.

L’uso di tale preghiera, nella sua prima parte, è documentato dal IV secolo d.C., nella preghiera Sub tuum praesidium che è da intendersi come nucleo primitivo dell’Ave Maria. La seconda parte nasce probabilmente per la prima volta nel XIII secolo e si trova in un sermone di San Bernardino da Siena del 1440 che diceva di non potersi impedire di aggiungere la frase «Sancta Maria ora pro nobis peccatoribus». Nel XVII secolo l’Ave Maria, intera, come oggi la recitiamo è in uso in tutta la Chiesa.

Recitare questa preghiera, soave soffio dell’anima verso la Madre nostra, rende la sensazione della perfezione, fonetica, dei tempi, delle pause, delle sensazioni.

Solo Dio è in grado di avere perfezioni assolute.

L’Ave Maria non è una preghiera puramente umana, ha del soprannaturale.

Chiariamo, non stiamo dicendo che è stata insegnata direttamente da Dio. Anche se un santo sacerdote napoletano, don Vincenzo Cuomo, soleva dire che essa precede lo stesso Pater, perché fu Dio a dire all’Angelo cosa dovesse pronunciare incontrando Maria.

Il soprannaturale all’interno di questa preghiera è portato dalla “Parola di Dio” che la compone.

L’inizio è, infatti, l’esatto saluto dell’Angelo alla Vergine, appena apparsoLe per l’Annunciazione. Noi aggiungiamo solo il nome, che dall’Angelo era sottinteso: «Ave (Maria), piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1, 28).

La frase successiva è quella con cui Santa Elisabetta saluta l’Immacolata. Anche in questa noi aggiungiamo solo il Nome di Gesù, anch’esso sottinteso: «Tu sei benedetta tra tutte le donne e benedetto il frutto del tuo seno (Gesù)» (Lc 1, 42).

La Parola di Dio è perfezione. Dunque l’Ave Maria contiene al suo interno un elemento di perfezione.

Questo elemento di perfezione trascina tutto il resto della preghiera verso l’alto.

Il primo verso ci porta a contemplare il Fiat di Maria, una sola parola, ma di un’importanza assoluta, decisiva. E ogni volta ci trascina in quella casa a dire anche noi il nostro Fiat, a ripeterlo continuamente, decine di volte in pochi minuti grazie al Rosario.

Il secondo verso ci immedesima in Santa Elisabetta e nella gioia sua e del suo figlio al momento della vista di Colei il cui frutto era il Salvatore. E ci dà trasporto nel ripetere ogni volta la benedizione dei loro due Cuori.

Perfetta sei, o dolce preghiera, anche nella tua semplicità!

La semplicità infatti è la forza delle preghiere e dell’espressione dei concetti in generale.

Ed ogni volta che le nostre labbra e la nostra mente ripetono quelle dolci parole il nostro cuore si riempie di gioia alla luce dell’Immacolata e della sua mitezza, della sua forza e della sua santità

Lo scandire dei primi due versi si completa con un armonioso crescendo, di parola in parola, e si rende trampolino per far spiccare il volo ai successivi versi e permettendo loro di restare nell’aura di grandezza dei primi due.

Con tutta la soavità dei versi recitati, ripetendo la Parola di Dio, siamo spinti ad un ardore infinito nel pronunciare quel che di umano compone l’Ave Maria.

Dopo il saluto e la benedizione, infatti, è lasciato all’uomo il grido di aiuto verso la Madre nostra, la vera preghiera (nel senso di invocazione, supplica) in cui inserire con la nostra singola intenzione le nostre vite, le nostre miserie, le nostre richieste.

«Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori». Nel riconoscerci peccatori, che non saremmo degni di chiedere non avendone merito, a Lei rivolgiamo la richiesta più semplice e nello stesso tempo più grande: «prega per noi»!

E dopo l’inizio, così forte e dolce nello stesso tempo, i nostri cuori arrivano a quel «prega per noi» con uno slancio, con una amore così caldo verso la nostra Madre che quasi commuove.

E così, per questo trasporto, possiamo avere anche l’ardire di chiedere, come veri figli che chiedono ad una vera Madre, «adesso e nell’ora della nostra morte», ossia di non lasciarci mai.

Madre nostra, Madre Celeste e dello Splendore, Vergine Immacolata, dacci la forza e la grazia e la gioia di poter ripetere sempre e in ogni dove e con cuore puro e assorto in Te, questa preghiera bellissima, per poterTi avere accanto ogni momento della nostra vita e per poter godere del calore del Tuo immenso amore e delle Tue grazie.


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2 Comments on "Alcune riflessioni per capire la bellezza e l’insostituibilità dell’ “Ave Maria”"

  1. Ave Maria, è il meraviglioso saluto scelto dai Francescani dell’Immacolata.

  2. Dall’Angelus al rintocco soave delle campane ogni giorno il Signore ci restituisce speranza e consolazione; sono le note eterne che richiamano il Mistero della Incarnazione.

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