SOSTA: Un impegno per la Quaresima: apprendere ogni giorno dal “libro” della Croce

di Maria Bigazzi


Il tempo di Quaresima è un tempo propizio per avvicinarci maggiormente al Signore, per ritornare a Lui e meditare sul Suo Amore infinito nei nostri riguardi.

Dio, infatti, per l’Amore che nutre verso di noi, ci ha offerto tutto sé stesso, dandoci il suo medesimo e unico Figlio, e il Figlio, per amore nostro, si è dato tutto a noi (Ef 5,2).

L’uomo, a causa del peccato, aveva perduto la grazia di Dio e da Lui si era allontanato, cadendo rovinosamente a terra, ormai come essere privo di vita.

Insegna sant’Alfonso Maria de Liguori, che Dio, per il “troppo amore” che ci portava, mandò il Suo Figlio Unigenito a espiare per noi, “per ridarci quella vita che il peccato ci aveva tolto: Per il troppo amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, Dio ci ha fatti rivivere in Cristo” (Ef 2, 4-5).

Ma la grandezza dell’Amore di Dio nei nostri confronti non può essere nemmeno pensata dall’uomo, in quanto supera i limiti della mente umana.

Per redimerci dalla morte eterna, per sollevarci da terra e donarci nuovamente la grazia divina che a causa del peccato era stata perduta, Egli si fece uomo, assumendo la nostra misera condizione umana, svuotando sé stesso e assumendo una condizione di servo.

Donandoci il Figlio, Dio Padre ci ha perdonati mediante Lui, e con Lui ci ha donato ogni bene, in quanto tutti gli altri beni minori, li abbiamo potuti acquistare attraverso il dono del Suo Figlio Unigenito.

Il Signore del mondo e dell’Universo che tutto può, scelse di redimerci nel modo più doloroso: attraverso la sofferenza e versando per noi il Suo Preziosissimo Sangue. Egli, ricorda ancora sant’Alfonso, condusse una vita afflitta e disprezzata, e una morte amara e ignominiosa, fino a morire sopra una croce, dove versò fino all’ultima goccia di sangue per la nostra salvezza.

Solo per amore, Egli ha dato la vita per noi, soffrendo atrocemente, accettando dolori, ignominie e la morte più crudele che si possa subire.

Di fronte a tanto amore, come può l’uomo rimanere ancora insensibile, e non lasciarsi toccare dalla grazia di Dio? Diceva san Paolo che “L’Amore di Cristo ci spinge”. Il Suo Amore nei nostri confronti deve spingerci a ricambiarlo.

Anche se non potremo mai compensare l’immenso amore di Dio, dovremmo lasciarci ferire dalle fiamme che ardono nel Cuore del Redentore e unirci a Lui, offrendogli i nostri cuori e le nostre vite.

Afferma san Giovanni d’Avila: “Ora, come ti ripagherò, Gesù mio, per questo tuo amore? È giusto ricambiare il sangue con il sangue. Che io sia tinto di questo sangue e inchiodato su questa croce”.

Ecco, dunque, come fare per accostarci a Dio, per meditare sulla Sua Passione e morte e sul Suo immenso Amore: mediante il libro della Croce.

Attraverso Gesù Crocifisso, noi possiamo apprendere la scienza dei santi, che è la scienza di amare Dio. Osservando e meditando la Croce Santa, trono d’amore del nostro Redentore, il cuore si infiamma d’amore e di riconoscenza, e si incammina sulla via per giungere al perfetto Amore di Gesù Cristo.

Per giungervi è però necessario utilizzare determinati mezzi, i quali, insegna san Tommaso D’Aquino, consistono nell’avere memoria continua dei benefici divini; meditare l’infinità bontà di Dio; evitare diligentemente ogni cosa che possa offendere Dio; rinunciare a tutti i beni effimeri di questa terra.

Ma soprattutto è necessario meditare sulla Passione di Dio, devozione che maggiormente avvicina a Dio e santifica l’anima. Infatti, domanda sant’Alfonso Maria de Liguori, da dove la nostra anima riceve tanti beni, se non dalla Passione di Cristo? E ancora, “Da dove abbiamo noi la speranza del perdono, la fortezza contro le tentazioni, la fiducia di andare in Paradiso? Da dove i tanti lumi di verità, tante chiamate amorose, tante spinte a cambiare vita, tanti desideri di darci a Dio, se non dalla Passione di Gesù Cristo?”.

Comprendiamo allora il gesto di san Bonaventura, il quale, alla domanda di san Tommaso D’Aquino, che gli chiedeva di quale libro si fosse servito per registrare le tante dottrine che aveva scritto, rispose mostrando l’immagine del Crocifisso consumata dai baci che vi aveva impresso, aggiungendo: “Ecco il mio libro da cui ricevo tutto ciò che scrivo: Egli mi ha insegnato tutto quel poco che ho saputo”.

Lo stesso affermò san Francesco d’Assisi, il quale, meditando sulla Passione di Cristo e sull’ingratitudine di tanti uomini dimentichi delle Sue sofferenze, lasciava cadere numerose lacrime d’amore.

In questo tempo di Quaresima, meditiamo sulla Passione di Nostro Signore, accostiamoci a Lui attraverso il Sacramento della Penitenza e dell’Eucaristia, lasciamoci contagiare dalle fiamme che giungono dalle piaghe del Redentore. Facciamo nostre le parole di Gesù, che a san Bernardo da Corleone disse: “…Ecco, io sono il tuo libro, dove sempre puoi leggere l’amore che ti ho portato”.

Impariamo da questo prezioso libro ad amare con tutto il cuore il nostro Dio, per conformarci completamente a Lui ed esclamare con san Giovanni D’Avila: “O santa croce, ricevi anche me sopra di te. O corona di spine, allargati affinché io possa mettere la mia testa dentro di te. O chiodi, lasciate le mani innocenti del mio Signore e trapassate il mio cuore di compassione e di amore”.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


Vuoi aiutarci a far conoscere quanto è bella la Verità Cattolica?

Print Friendly, PDF & Email
CONDIVIDI

Be the first to comment on "SOSTA: Un impegno per la Quaresima: apprendere ogni giorno dal “libro” della Croce"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*