Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia” è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità Cattolica.
Non possiamo comprendere la vita, se in qualche modo non ci spieghiamo la morte. Il criterio direttivo delle nostre azioni, il filo per uscire da questo labirinto, il lume insomma deve venirci di là dalla morte
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
Ogni civiltà si è costruita sul senso della morte.
Solo l’uomo sa di morire, l’animale no. Ed è anche per questo che l’uomo è uomo e l’animale è animale.
Il pensiero della morte incombe su ogni attesa, su ogni desiderio, su ogni progetto, su ogni gioia.
Sì, anche su ogni gioia, perché non c’è mai una gioia veramente limpida e libera da qualsiasi ombra.
Anche quando si ride, si scherza, anche quando si è più o meno spensierati, consapevolmente, ma molto più spesso inconsapevolmente, il pensiero della morte sta lì, al proprio fianco, in un fastidioso, ma presente, silenzio.
E se non è la morte propria ciò che angustia, è certamente quella dei propri cari.
Negare questa evidenza vuol dire rinunciare a comprendere la vita.
Spiegare, invece, la morte, è proprio l’inizio della vita.
Spiegare, cioè non arrendersi a ritenere la morte come qualcosa che possa attestare l’insensatezza e l’assurdità del vivere.
Spiegare, cioè capire che ad essa c’è una risposta.
C’è la Risposta.
C’è un Dio che è venuto a morire… per distruggere la nostra morte.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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