APOLOGETICA CON I PROVERBI – “Ci sono lacrime anche sugli occhi dell’orco” (proverbio giapponese)

Il popolo è ben altra cosa rispetto alla massa. La massa è qualcosa d’informe, che, pertanto, si lascia facilmente plasmare. Il popolo no. Esso ha una sua identità, una sua storia, delle radici. Ha un vissuto che gli permette di giudicare con buon senso il reale. E questo lo conforta di un’eredità: la saggezza. Certo, i popoli non sono uguali; perché le culture non sono uguali. C’è chi ha conquistato il Vero. Chi lo ha atteso. Chi lo ha rifiutato. Chi se ne è allontanato. Ma al di là di questo, ciò che è di natura percepisce il senso delle cose e il mistero del vivere. E, proprio perché Dio ha fatto sì che la natura fosse predisposta all’accoglienza della Grazia, non c’è buon senso popolare che non manifesta questo desiderio; al di là di ciò che la Storia dei singoli popoli partorisce. Ecco perché si può capire l’unicità e la bellezza della Verità Cattolica anche attraverso il buon senso di tutti i popoli. 


Nell’immaginario fiabesco l’orco è un personaggio cattivo, anzi: crudele. L’orco non ha pietà, non ha compassione, non ha nulla che può far pensare ad una sua, seppur nascosta, bontà.

Eppure il proverbio giapponese dice che anche l’orco piange. Certo, sono parole che vanno intese nel senso che anche il cattivo soffre, anch’egli sconta la durezza delle prove della vita.

Ma queste parole possono essere lette anche in un altro modo, ovvero alludendo al fatto che -chissà- nella sua vita anche l’orco abbia potuto raramente commuoversi.

Ciò vuol dire che forse l’orco non sia da considerarsi davvero orco? Oppure che il male potrebbe essere scambiato per bene? Niente affatto! Il male è il male e il bene è il bene.

Piuttosto anche in un bicchiere pieno di veleno possono essere gettate delle gocce di acqua pura di sorgente. E se è vero che una volta al contatto con il veleno anche queste si trasformano in liquido mortifero, è pur vero che prima che entrino in contatto con il veleno, sono gocce di acqua pura di sorgente.

Molte volte ci si chiede il perché ci siano innocenti (pensiamo ai bambini) che sono costretti a soffrire, mentre ci siano delle persone molto cattive, immerse nei peccati più gravi (narcotrafficanti, assassini…) che vivono lunghe esistenze e che sembrano non essere attanagliati da alcuna sofferenza o croce che dir si voglia. La risposta è molto più semplice di quanto possiamo immaginare. Chi ormai non ha più speranza di salvare la propria anima avrà pur commesso qualche volta nella sua vita un’azione buona, ebbene tale azione non potrà essere compensata nell’aldilà proprio perché incombe inevitabilmente l’inferno; ma Dio, che è somma giustizia, così come deve punire ogni male deve anche compensare ogni bene. E allora l’unica possibilità di compensare quelle poche azioni buone è proprio su questa terra. Ma il fallimento totale è comunque inevitabile.

Le lacrime negli occhi dell’orco possono pur essere causa di qualche benessere su questa terra… ma a nulla varranno per l’eternità.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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