Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.
L’ACQUA
La vita di Dio sovrasta la nostra vita, eppure essa è stata data per la nostra vita
(San Bernardo di Chiaravalle)
I SORSI
1.Cari pellegrini, siamo su una spiaggia. C’è tantissima sabbia. Essa è fatta di granellini finissimi. Ci chiniamo e ne afferriamo una manciata. Ci viene spontanea una riflessione: cosa è un granello rispetto all’enorme distesa di sabbia e a tutto il mondo minerale che c’è sulla Terra? Nulla.
2.L’acqua di questa borraccia ci dice che la vita di Dio è infinitamente superiore alla nostra, non c’è paragone tra questa e la Sua. Noi siamo finiti, Dio è infinito. La differenza tra l’infinito e il finito è l’infinito stesso. Ebbene, malgrado questa incommensurabile differenza, Dio ha donato la sua vita per salvare la nostra vita. Possiamo dire che l’Infinito ha offerto se stesso per salvare il finito. E questa è una bellezza che è solo del Cristianesimo.
3.Da tempo immemorabile, almeno da quando con la catastrofe del peccato originale il demonio divenne il Signore del mondo, il rapporto divino-uomo veniva visto in maniera diversa. Doveva essere l’uomo a sacrificarsi per Dio, e quindi ad offrire la sua vita per Lui. Il senso dei sacrifici umani, che contraddistinsero molte civiltà antiche, era fondamentalmente questo. Con il Cristianesimo cambia tutto. Ovviamente il dovere dell’uomo è quello di rendere gloria a Dio; ovviamente è l’uomo che deve trovare la sua realizzazione in Dio; ovviamente è Dio che costituisce il vero fine dell’uomo; ovviamente Dio rimane il Creatore e l’uomo rimane la creatura…ma l’amore di Dio entra manifestamente nella Storia. Dio offre la sua vita per l’uomo. Dio, per l’uomo, fa esperienza della sofferenza. Dio, per l’uomo, fa esperienza della morte. Dio, per l’uomo, fa suo il sigillo della Croce.
4.C’è una massima di Wolfang Goethe (1749-1832) che dice: Non dire che vuoi regalare, regala. Non riuscirai mai a soddisfare un’attesa. Cari pellegrini, il Dio in cui noi crediamo, il Dio che ha cambiato la nostra vita e che deve continuare a cambiarla, è un Dio che “regala” e che, a differenza del dono di Goethe, regala qualcosa che soddisfa pienamente l’attesa. Perché non regala qualcosa, ma se stesso…eppure tra Lui e noi c’è una differenza più grande di quella che vi è tra un misero granellino di sabbia e il mondo intero.
Al Signore Gesù
Signore, cosa mi può mancare quando Tu hai donato a me Te stesso? Giustamente diceva san Pio da Pietrelcina: Chi ha Dio, ha tutto!
Alla Regina dello Splendore
Madre, la bellezza dell’Infinito che dona se stesso al finito è stata possibile grazie al tuo “sì”. Tu hai permesso questa meraviglia che dà senso a tutto. Ecco perché il mio destino è rimanere accanto a Te. Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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