Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.
L’ACQUA
“La vita di Dio sovrasta la nostra vita, eppure essa è stata data per la nostra vita”
(San Bernardo di Chiaravalle)
I SORSI
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Cari pellegrini, siamo su una spiaggia. C’è tantissima sabbia. Essa è fatta di granellini finissimi. Ci chiniamo e ne afferriamo una manciata. Ci viene spontanea una riflessione: cosa è un granello rispetto all’enorme distesa di sabbia? Nulla.
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L’acqua di questa borraccia ci dice che la vita di Dio è infinitamente superiore alla nostra, non c’è paragone tra questa e la Sua. Noi siamo finiti, Dio è infinito. La differenza tra l’infinito e il finito è l’infinito stesso. Ebbene, malgrado questa incommensurabile differenza, Dio ha donato la sua vita per salvare la nostra vita.
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Possiamo dire che l’Infinito ha offerto se stesso per salvare il finito. E questa è una bellezza che è solo del Cristianesimo.
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Da tempo immemorabile, almeno da quando con la catastrofe del peccato originale il demonio divenne il Signore del mondo, il rapporto divino-uomo veniva visto in maniera diversa. Doveva essere l’uomo a sacrificarsi per Dio, e quindi ad offrire la sua vita per Lui. Il senso dei sacrifici umani, che contraddistinsero molte civiltà antiche, era fondamentalmente questo.
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Con il Cristianesimo cambia tutto. Ovviamente il dovere dell’uomo è quello di rendere gloria a Dio; ovviamente è l’uomo che deve trovare la sua realizzazione in Dio; ovviamente è Dio che costituisce il vero fine dell’uomo; ovviamente Dio rimane il Creatore e l’uomo rimane la creatura… ma l’amore di Dio entra manifestamente nella Storia.
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Dio offre la sua vita per l’uomo.
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Dio, per l’uomo, fa esperienza della sofferenza.
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Dio, per l’uomo, fa esperienza della morte.
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Dio, per l’uomo, fa suo il sigillo della Croce.
10
C’è una massima di Wolfang Goethe (1749-1832) che dice: “Non dire che vuoi regalare, regala. Non riuscirai mai a soddisfare un’attesa.”
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Cari pellegrini, il Dio in cui noi crediamo, il Dio che ha cambiato la nostra vita e che deve continuare a cambiarla, è un Dio che “regala” e che, a differenza del dono di Goethe, regala qualcosa che soddisfa pienamente l’attesa. Perché non regala qualcosa, ma se stesso.
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Eppure tra Lui e noi c’è una differenza più grande di quella che vi è tra un misero granellino di sabbia e il mondo intero.
Al Signore Gesù
Signore, cosa mi può mancare quando Tu hai donato a me Te stesso?
Giustamente diceva san Pio da Pietrelcina: “Chi ha Dio, ha tutto!”
Alla Regina dello Splendore
Madre, la bellezza dell’Infinito che dona se stesso al finito è stata possibile grazie al tuo “sì”.
Tu hai permesso questa meraviglia che dà senso a tutto.
Ecco perché il mio destino è rimanere accanto a Te.
Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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