di Corrado Gnerre

La scena è surreale. Per certi versi comica. Comunque una bella e originale trovata.

Alcuni cantanti lirici, nel febbraio del 2018, intonarono la Traviata in una vagone della metropolitana di Catania.

Una scena -torniamo a ripetere- simpatica e ovviamente fuori dal comune; ma che pur dice qualcosa.

Nel medioevo si voleva che gli ospedali fossero anche un “deposito” di Bellezza. Per esempio, l’ospedale senese di Santa Maria della Scala ha delle volte affrescate con opere straordinarie. Il motivo? Perché giustamente si pensava che l’ammalato meritasse la contemplazione della Bellezza e che questa (la Bellezza) lo potesse aiutare a vivere il dramma della sofferenza. Ovviamente sono affreschi i cui contenuti aiutavano il malato a pensare alla dimensione dell’eterno.

La scena è (lo ripetiamo ancora a scanso di equivoci) bizzarra. Ma ci dice una cosa importante: la Bellezza non è qualcosa da rinchiudere in luoghi o situazioni particolari. Essa deve animare il quotidiano. Non a caso i musei sono nati con l’Illuminismo. Nella civiltà cristiana si riteneva che il luogo della Bellezza fosse ovunque, perché l’uomo ha bisogno della Bellezza. La Bellezza come riflesso di quella infinita di Dio.

Se Dio è infinitamente Bello, e se Dio è dappertutto, è giusto che la vera Bellezza sia dappertutto!

Insomma, se tutte le metropolitane ci offrissero questo spettacolo…

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Dio è verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri