BISACCIA – Con John Keats

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia”  è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità Cattolica. 


“Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua”

John Keats (1795-1821)

John Keats volle che queste parole fossero scritte come epitaffio sulla sua tomba al Cimitero degli Inglesi a Roma.

Egli morì a soli venticinque anni e la sua vita fu contrassegnata da una salute molto instabile.

Queste parole, dunque, segnano una verità che il giovane visse sulla sua carne e nelle difficoltà del suo esistere.

Ma sono anche parole che possono riguardare universalmente tutti. Attenzione, diciamo “possono riguardare”, il che non vuol dire che “debbano necessariamente” riguardare tutti.

“Possono riguardare”, allorquando il proprio vivere non lo si scopre all’interno di un Progetto.

Se Dio non c’è, o si fa fatica a scoprirlo, la vita diventa fluida come l’acqua. E su questa acqua si pretende stoltamente scrivere il proprio nome. Impossibile! Prima ancora che il dito disegni la lettera iniziale… tutto svanisce.

Ma la vita è altro. La vita non è la fluidità dell’incomprensibile, ma la saldezza del Mistero.

La vita, da Dio e con Dio, è perenne saldezza su cui definitivamente scrivere il proprio nome.

Dio è Verità, Bontà e bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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