BORRACCIA – 23 dicembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

“Chi possiede veramente la parola di Gesù è in grado di capire anche il suo silenzio e di giungere così alla perfezione.”
(Sant’Ignazio di Antiochia – Lettera agli Efesini)

I SORSI

1

Cari pellegrini, quando si entra in una sala di lettura di una biblioteca c’è silenzio; e si deve fare molta attenzione a non provocare qualche fastidioso rumore che ci farebbe trovare con tanti, imbarazzanti, sguardi di rimprovero addosso.

2

Ma c’è davvero silenzio in una sala di lettura? Possiamo dire che c’è un silenzio formale ma non sostanziale; forse non c’è luogo dove si parli di più perché in una sala di quel tipo ognuno in un certo qual modo dialoga con il libro che sta leggendo.

3

Non dobbiamo farci ingannare: ci può essere un silenzio che è molto più “rumoroso” del chiasso stesso.

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Oggi meditiamo su una frase di sant’Ignazio di Antiochia (35-107). Egli ci parla di un atteggiamento che alle volte Gesù utilizza: il silenzio.

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Il Santo si serve di un paradosso: conoscere -anzi- possedere la parola di Gesù (cioè ciò che Egli ha detto) significa capire anche i suoi silenzi.

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Cosa vuol dirci sant’Ignazio? Che i silenzi di Gesù fanno parte della sua parola, cioè della sua Rivelazione.

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Prendiamo l’episodio di quando Gesù rimase in silenzio, dopo aver parlato della Verità e dopo che Pilato gli chiese provocatoriamente (e forse anche sarcasticamente) cosa fosse la Verità. Ovviamente non si trattò di un silenzio per legittimare lo scetticismo pragmatico del governatore della Giudea, bensì il contrario: fu un silenzio eloquente per dire: “Ecco, cos’è la Verità. E’ qui, dinanzi a te!”

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I silenzi di Gesù sono l’affermazione fattuale della Verità di Cristo.

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Gesù di per sé non aveva bisogno di parlare né di agire, bastava semplicemente il suo essere per attestare con evidente chiarezza la presenza di Dio fra gli uomini. Bastava la sua presenza e bastavano i suoi fatti.

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Ma i silenzi di Gesù hanno anche altri significati. Quelli della pazienza e dell’offerta.

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Fare silenzio e accettare.

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Fare silenzio e offrire.

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Fare silenzio e conformarsi perfettamente alla volontà del Padre.

14

Giustamente Alfred de Vigny (1797-1863) scrive: “Solo il silenzio è grande, tutto il resto è debolezza.”

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I silenzi di Gesù sono sigillo di perfezione e, prendere esempi da questi, significa giungere alla perfezione.

Al Signore Gesù

Signore, molte volte mi agito, perdo la pazienza come se tutto dipendesse da me.

Non mi limito ad occuparmi delle cose, me ne preoccupo e questo è il segno della mia poca fiducia.

Fammi capire quando è giusto intervenire, parlare e agire; e quando è invece opportuno fare silenzio.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei anche la Regina del Silenzio.

Nel Vangelo parli pochissimo, vivi nascosta, eppure tutto dipende da Te.

Se Tu non avessi offerto il tuo Divin Figlio, saremmo adesso tutti nelle tenebre della menzogna.

C’è chi parla, parla, parla… e non risolve nulla, né per sé né per gli altri. Tu, invece, con il tuo silenzio, hai fatto sì che tutto potesse essere salvato e che l’uomo, se lo vuole e corrisponde alla Grazia, possa risolvere eternamente il suo esistere.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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