1.Don Alfred Monnin (1823-1886), nel suo Lo spirito del santo Curato d’Ars, riporta un aneddoto raccontato dal Santo in una catechesi: “Chiesero ad un moribondo: ‘Cosa dovremo scrivere sulla vostra tomba?’ E questi rispose: ‘Voi scriverete questo: qui giace un insensato che ha lasciato questo mondo senza sapere come c’era entrato.” Poi il Santo Curato commentò: “Ahimè! Ci sono tanti che lasciano la terra senza sapere cosa ci sono venuti a fare“.
2.E’ proprio così. Se si esclude Dio, che senso può avere la vita? Se si esclude Dio, bisogna convincersi di essere capitati nel mondo per caso. “Gettati”, direbbe qualcuno. Ma le cose “gettate”, si sa, vanno dove vanno, sono lì senza un perché, e soprattutto senza poter occupare un posto preordinato, programmato e finalizzato a qualcosa.
3.Che cosa triste è pensare che il proprio essere figura come una increspatura di onda che adesso appare sulla superficie del mare e che poi sparisce definitivamente assumendo chissà quale altra forma, e quindi senza che la si possa recuperare. Qui c’è tutto il fallimento della cultura di oggi: il pretendere di dire all’uomo che non c’è un motivo per cui è venuto al mondo, per cui ha iniziato a vivere. Qui c’è tutta la tristezza del nichilismo!
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
Be the first to comment on "In che modo il Santo Curato d’Ars, con la sua semplicità, ci fa capire il fallimento del nichilismo?"