BORRACCIA – 16 febbraio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Tutta la nostra bontà è un prestito; Dio è il proprietario, Dio opera e la sua opera è Dio.

(San Giovanni della Croce)

I SORSI

1

Cari pellegrini, chi scrive queste borracce aveva un papà molto anziano, dantista ferrato, a cui bastava dare l’inizio di una terzina della Commedia e subito, a memoria, proseguiva senza fermarsi.

2

Nelle parole che fanno da acqua di questa borraccia San Giovanni della Croce (1542-1591) dice con molta chiarezza che l’uomo non è proprietario di nulla.

3

Infatti è così. La proprietà o è dall’inizio o non è. In che senso?

4

Se l’uomo fosse davvero proprietario di se stesso, sarebbe proprietario anche del suo essere e del suo tempo.

5

L’uomo non è proprietario del suo essere, perché non si è fatto da sé. Nessuno prima di vivere si è sentito chiedere: “Vuoi la vita?” Tutti si sono ritrovati a vivere. Né poteva essere diversamente, visto che l’esistere è passare dal non-essere all’essere.

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Ma l’uomo non è proprietario nemmeno del suo tempo. Infatti nessuno può dire che ciò che ha programmato di fare, riuscirà a farlo. Nessuno può ipotecare il futuro.

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Questo è più o meno scontato, ma san Giovanni della Croce aggiunge un’altra cosa che è meno scontata, ovvero che l’uomo non è proprietario nemmeno dei suoi atti virtuosi, cioè del bene che compie.

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Ovviamente qui non si tratta di negare quanto l’uomo debba essere meritevole nel corrispondere alla grazia di Dio. E’ infatti un grave errore pensare che l’uomo debba rimanere completamente passivo all’azione della grazia. Si tratta piuttosto di capire che tutto il bene che si compie, lo si compie grazie alla vita e alla forza che dona Dio.

9

Grazie alla vita che dona Dio. Infatti, noi siamo e agiamo non solo perché Dio ci ha creato, ma anche perché Dio ci mantiene nell’essere, in quanto causa sussistente.

10

Grazie alla forza che dona Dio. Cosa è l’uomo senza la forza di Dio? Come può agire l’uomo senza che Dio l’aiuti?

11

Santa Teresa d’Avila (1512-1582) ebbe a dire di se stessa: “Teresa, senza la grazia di Dio, è una povera donna.”

12

E qui c’è una bellezza straordinaria della Verità Cattolica. A noi compete qualcosa, che sembra poco ma è tanto; cioè a noi compete dare l’inizio e dire a Dio: voglio fare la tua volontà, ma dammi Tu la forza… perché, senza questa, nulla possiamo fare.

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Insomma, il Signore da noi vuole solo il ““, poi fa tutto Lui e quindi di fatto è tutto suo.

15

Come il papà di chi scrive… bastava dargli l’iniziò della terzina e poi proseguiva a memoria.

Al Signore Gesù

Signore, lo so che ogni cosa di buono che dovessi fare, sarebbe sempre tutto tuo.

Ma ciò mi consola, perché so che sei sempre disposto ad aiutarmi.

E se dovessi abbandonarti, sarebbe per causa mia, non tua.

Ma non permettere che questo avvenga!

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei Colei che è più piena di Dio.

Sei la creatura più libera, perché più posseduta da Dio.

Vivere con Te, è vivere con Dio.

Camminare con Te, è camminare con Dio.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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