MESSA DEL GIORNO (con meditazione) – Venerdì della Domenica della Terza Settimana di Quaresima

Introito

(Salmo 85,17)

O Signore, dammi un segno del tuo favore, affinché vedano i miei nemici, con loro scorno, che Tu, o Signore, mi hai aiutato e confortato.

(Salmo 85,1)

Tendi l’orecchio, rispondimi, Signore, perché misero e povero io sono.


Epistola

Numeri 20,1,3,6-13

In quei giorni i figli d’Israele si radunarono contro Mosè ed Aronne; e levatisi in sedizione presero a dire: “Dateci acqua da bere”. Mosè ed Aronne, lasciata la moltitudine, entrarono nel Tabernacolo dell’alleanza e prostratisi bocconi per terra, alzarono la voce al Signore, dicendo: “Signore Dio, ascolta il grido di questo popolo ed apri loro il tuo tesoro, una fonte d’acqua viva; si dissetino e cessino di mormorare.” Apparve allora sopra di essi la gloria del Signore, che così parlò a Mosè: “Prendi la verga, raduna il popolo, e in sua presenza tu e il tuo fratello Aronne parlate alla roccia, ed essa darà acqua; e dall’acqua fatta sgorgare dalla pietra sarà dissetato il popolo con il suo bestiame.” Mosè, dunque, prese dinanzi al Signore la verga e, radunata la moltitudine dinanzi alla pietra , disse: “Ascoltate, ribelli e increduli, potremmo noi farvi uscire dell’acqua da questa pietra?” Allora Mosè alzò la mano, con la verga percosse due volte la pietra, e ne scaturirono tante acque da dissetare il popolo ed il bestiame. Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: “Perché non mi avete creduto, sì da provare la mia santità dinanzi ai figli d’Israele, voi non introdurrete questo popolo nella terra che darò loro.” Questa è l’acqua di Meriba, ove i figli d’Israele contesero contro il Signore, che diede loro una prova della sua santità.


Graduale

(Salmo 27,7,1)

In Dio confida il mio cuore. Sono aiutato, riprendo vigore, dall’intimo gli rendo grazie. A te grido, Signore, Dio mio, non tacere, non lasciarmi.

Tractus

(Salmo 102,10)

Non trattarci, Signore, secondo i nostri errori, non punirci secondo le nostre colpe.

(Salmo 78,8-9)

Non ricordarti con noi delle colpe antiche. Presto ci venga incontro il tuo affetto, perché siamo molto deboli. Aiutaci, o Dio della salvezza, e per la gloria del tuo nome, liberaci, Signore; e perdona i nostri errori per amore del tuo nome.


Vangelo

(Giovanni 4,5-42)

In quel tempo Gesù giunse ad una città della Samaria, detta Sichar, vicino alla tenuta che da Giacobbe fu data al suo figlio Giuseppe. Là vi era pure il pozzo di Giacobbe. Or dunque Gesù, stanco del viaggio, se ne stava così sedendo presso il pozzo. Era circa l’ora sesta. Venne ad attingere acqua una Samaritana. Gesù le disse: “Dammi da bere”. I suoi discepoli erano andati in città per comprare da mangiare. La Samaritana gli rispose: “Come mai tu che sei giudeo chiedi da bere a me che sono Samaritana?” Infatti, i giudei non hanno relazione con i Samaritani. Gesù le rispose: “Se tu conoscessi il dono di Dio , e chi è che ti dice: “Dammi da bere”, tu stessa forse ne avresti chiesto a lui, che ti avrebbe dato acqua viva”. La donna gli rispose: “Signore, non hai con che ti attingere e il pozzo è profondo, donde hai questa acqua viva? Sei tu forse più di Giacobbe nostro padre, che diede a noi questo pozzo, e vi bevve lui stesso e i suoi figli e il suo bestiame?” E Gesù a lei: “Chi beve di questa acqua tornerà ad avere sete; ma chi beve l’acqua che gli darò io, non avrà più sete in eterno; anzi l’acqua da me data, diventerà in lui fontana d’acqua viva, zampillante in vita eterna.” E la donna: “Signore, dammi di quest’acqua, affinché non abbia mai più sete, e non abbia a venir qui, per attingere.” Gesù le disse: “Va a chiamare tuo marito e ritorna qui.” Rispose la donna: “Non ho marito”. E Gesù: “Hai detto bene, non ho marito, perché ne hai avuti cinque e quello che hai ora non è tuo marito: in questo hai detto la verità.” Gli disse la donna: “Signore, mi accorgo che tu sei profeta. I nostri padri hanno adorato Dio su questo monte e voi dite che il luogo dove bisogna adorare è in Gerusalemme.” Gesù le rispose: “Credimi, donna; è venuto il tempo in cui né su questo monte né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quello che non conoscete; noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l’ora viene anzi è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Perché il Padre vuole tali adoratori. Dio è spirito e quei che l’adorano bisogna che l’adorino in spirito e verità.” Gli disse la donna: “S0 che deve venire il messia, che vuol dire Cristo; quando sarà venuto lui c’istruirà tutto.” E Gesù a lei: “Sono io quel che ti parlo”. In quel momento arrivarono i suoi discepoli e si meravigliarono che parlasse con una donna. Nessuno però gli disse: “Che cerchi? o di che parli con lei?” Intanto la donna, lasciata la sua brocca, andò in città a dire a quella gente: “Venite a vedere un uomo il quale mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sua il Cristo?” Uscirono pertanto dalla città e andarono da lui. In quel frattempo i discepoli li pregavano dicendo: “Maestro mangia”. Ma egli rispose loro: “Io mi nutro di un cibo che non conoscete” I discepoli perciò dicevano tra loro: “Forse qualcuno gli ha portato da mangiare!” Gesù disse loro: “Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e pertanto compiere la sua opera. Non dite voi: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico, alzate gli occhi e mirate le campagne che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete, riceve la mercede e raccoglie frutto per la vita terna; sicché ne goda insieme chi semina e chi miete. Proprio in questo si avvera quel proverbio: ‘Altri seminano, ed altri mietono’-. Io vi ho mandato a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro”: Molti Samaritani della città credettero in lui, per le parole della donna che attestava: “Mi ha detto tutto quello che ho fatto.” Andati dunque da lui, quei Samaritani lo pregavano di trattenersi con loro. E ci rimase due giorni. E molti più credettero per le sue parole, e dicevano alla donna: “Noi non crediamo più solo per la tua parola, ma perché abbiamo noi stessi udito e conosciuto che Colui è veramente il Salvatore del mondo.”


Meditazione

  1. Chi beve di questa acqua tornerà ad avere sete; ma chi beve l’acqua che gli darò io, non avrà più sete in eterno…dice Gesù alla Samaritana.
  2. Le cose del mondo non possono appagare.
  3. Non c’è nulla del e nel tempo che possa porre la parola “fine” conferendo adeguata soddisfazione.
  4. E’ un fatto logico.
  5. Solo l’eterno appaga.
  6. Solo l’infinito appaga.
  7. Ma questo vero appagamento non ce lo possono dare tutti, bensì ce lo può dare uno solo. Egli stesso lo dice: …chi beve l’acqua che gli darò io, non avrà più sete in eterno…
  8. Dunque, al di fuori di Gesù non c’è vera soddisfazione possibile.
  9. Credere in Gesù vuol dire credere anche in questa esclusività di cui Lui stessa parla.

Alla Regina dello Splendore

  1. Madre, restando accanto a te, anch’io potrò attingere l’unica acqua che può davvero spegnere la mia sete: quella del tuo Divin Figlio.
  2. Madre, non permettere che possa ingannarmi e bere altre “acque”.
  3. Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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