MESSA DEL GIORNO (con meditazione) – San Felice di Valois, Confessore (1127-1212)

Felice, illustre rampollo della stirpe reale dei Valois, nacque in Francia nell’anno 1127. Di indole dolce e compassionevole, fin da bambino diede prove insigni di quella pietà e carità che poi lo resero l’apostolo degli schiavi. Ricco di beni, dava ai poveri quanto gli era permesso, e spesso si privava anche della frutta e del pane per soccorrerli. Lo zio duca un giorno condannò a morte un omicida: il giovane Felice gli chiese per amor di Dio di non punire quel delinquente, ma di darlo a lui: ne avrebbe fatto un ottimo cristiano. Fu esaudito, e il disgraziato, liberato dalla morte, condusse d’allora vita esemplare. Felice compì regolarmente gli studi, e ricevuti gli ordini sacri rinunziò a ogni diritto e ricchezza terrena. La gente lo lodava per le sue rare doti di animo e di corpo ed egli, per sottrarsene, un giorno si ritirò in un bosco a vivere da anacoreta. La fama della sua santità però non poteva rimanere ignota. L’amico san Giovanni di Matha, che aveva deliberato di consacrare il suo ministero alla liberazione degli schiavi cristiani dalle mani dei Turchi, si portò presso il nostro eremita pregandolo di volerlo ricevere per prepararsi al grande apostolato. Lo studio, la preghiera e la penitenza furono i tre grandi mezzi che maturarono i loro animi per l’eroica impresa. E quando Giovanni conobbe essere giunto il tempo di iniziare l’ordine da lui vagheggiato, Felice rispose: “Io sarò il primo a seguirti”. Si portarono quindi a Roma presso la Santa Sede per averne l’approvazione. Papa Innocenzo III li accolse con deferenza e approvò il nuovo ordine, sotto il nome di Trinitari o Frati della SS. Trinità colla divisa di abito bianco ed una croce rosso-azzurra sul petto. Ritornati in Francia, vennero favoriti dall’autorità. Re Filippo offrì loro le terre per edificare il primo convento; S. Giovanni s’impose viaggi lunghi e faticosi nell’Africa e a Roma, mentre S. Felice in Francia consacrò libertà, averi e vita per la formazione e propagazione dell’ordine. Il primo gagliardo manipolo di Trinitari coronarono le loro fatiche con un felice successo. Circa 200 cristiani furono liberati nell’anno 1201 e nel seguente altri 100. Non si può dire però quanto fosse difficile strapparli di mano a quei barbari tiranni. Il mezzo più opportuno era il denaro; ma quando non si poteva raggiungere le somme da loro richieste, bisognava offrire la propria vita. E S. Felice seppe così bene preparare i suoi figli a questa missione che molti, seguendo l’esempio del loro fondatore S. Giovanni, fecero l’eroico sacrificio. Già più che ottantacinquenne il nostro Santo meritò di contemplare la Vergine e di sapere il momento della sua morte. Convocò allora i numerosissimi figli, li esortò a perseverare generosamente nella vocazione, indi spirò nella casa madre di Cerfroi nell’anno 1212. La Chiesa lo venera come santo dal 1694. (santiebeati.it)


Introito

(Salmo 91,13-14)

Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano. Chi è piantato nella Casa di Dio fiorirà nel tempio del nostro.

(Salmo 91,2)

E’ bene cantare la gloria al Signore; e lodare, Altissimo, il tuo Nome.


Epistola

(1 Corinti 4,9-14)

Fratelli, siamo diventati uno spettacolo per il mondo, per gli Angeli e per gli uomini. Noi siamo folli per causa di Cristo, ma voi siete sapienti in Cristo; noi siamo deboli, voi, invece, forti; voi siete illustri, noi all’opposto, senza onore! Fino al momento presente, noi patiamo la fame e soffriamo la sete e siamo nudi e veniamo schiaffeggiati e andiamo raminghi e fatichiamo lavorando con le nostre proprie mani. Svillaneggiati, auguriamo del bene; perseguitati, sopportiamo; oltraggiati, rispondiamo con parole dolci; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti fino al presente! Non vi scrivo questo per farvi arrossire, ma per ammonirvi quali miei figliuoli diletti, in Cristo Gesù nostro Signore.


Graduale

(Salmo 36,30-31)

La bocca del giusto esprime sapienza e la sua lingua parla con giudizio. Ha nel cuore la legge del suo Dio e i suoi passi non sono esitanti. Alleluia, alleluia.

(Salmo 111,1)

Beato l’uomo che teme il Signore, e molto si compiace nei suoi comandi. Alleluia.


Vangelo 

(Luca 12,32-34)

Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.


Meditazione

  1. Fatevi borse che non invecchiano…dice Gesù nel Vangelo.
  2. San Felice di Valois si è fatto una borsa che non invecchia.
  3. Infatti, aiutando gli schiavi, ha offerto la sua vita all’amore di Dio.
  4. La sua borsa è stata il fondare un Ordine che provvedesse ai poveri schiavi dell’Islam.
  5. Il contenuto di questa borsa: la gloria di Dio facendo la Sua volontà.

Alla Regina dello Splendore

  1. Madre, Fa che anch’io mi faccia una borsa che non invecchia. 
  2. Aiutami Tu a stare sempre vicino al tuo Divin Figlio.
  3. Aiutami Tu a far sì che possa sempre fare la Sua volontà.
  4. Aiutami Tu ad offrire l’intera mia vita a Lui.
  5. Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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