SOSTA – Non è degno della contemplazione di Dio chi non è stato provato da qualche tribolazione

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


da L’Imitazione di Cristo (Capitolo Nono)


Quando ti viene concessa da Dio una consolazione spirituale, ricevila e ringrazia; ma renditi conto che è dono di Dio, non frutto del tuo merito. Quando, però, ti sarà stata tolta la consolazione divina, non disperare; attendi con umiltà e pazienza un’altra visita celeste, perché Egli può darti una consolazione anche più grande. Per chi ha fatto esperienza delle vie del Signore, questa non è cosa nuova né strana: nei grandi santi e negli antichi Profeti si verificò spesso tale avvicendamento di condizioni di spirito. In che cosa, pertanto, posso io porre la mia speranza o in chi devo io confidare, se non unicamente nella grande misericordia di Dio, se non unicamente nella speranza della Grazia celeste? Non è degno della profonda contemplazione di Dio chi non è stato provato da qualche tribolazione per amore di Dio. Di solito, un segno della consolazione che verrà è preceduto dalla tentazione. La consolazione celeste viene promessa a coloro che prima sono passati attraverso la prova della tentazione: “Al vincitore, dice il Signore, darò da mangiare dell’albero della vita.” (Apocalisse 2,7). In realtà, la consolazione divina è concessa perché l’uomo sia più forte a sostenere le tribolazioni. Ma la tentazione insiste ancora, perché egli non insuperbisca del bene compiuto. Il diavolo non dorme, e la carne non è ancora morta; perciò, non desistere dal prepararti alla battaglia, perché a destra e a sinistra ci sono nemici che non si concedono mai riposto.


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